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San Pietro torna al suo splendore riapre la chiesa parrocchiale

San Pietro torna al suo splendore riapre la chiesa parrocchiale

PERDASDEFOGU. Dopo un anno di lavori, riapre domani alle 18.30 la parrocchiale di San Pietro con una messa solenne celebrata dal vescovo di Lanusei e di Nuoro monsignor Antonello Mura assistito dai...

14 maggio 2021
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PERDASDEFOGU. Dopo un anno di lavori, riapre domani alle 18.30 la parrocchiale di San Pietro con una messa solenne celebrata dal vescovo di Lanusei e di Nuoro monsignor Antonello Mura assistito dai parroci don Luca Fadda (Perdasdefogu) e don Pietro Sabattini (Escalaplano). Sabato con norme Covid da rispettare ma da grandi occasioni: il sindaco Mariano Carta in fascia tricolore, il coro, is cunfraras e le associazioni femminili Sacro Cuore e Rosario. Sarà la visione di una chiesa rinnovata, intonaci interni rifatti, permeabilizzazione, copertura in tegole, consolidamento degli architravi con cèntine in acciaio. Il progetto è firmato dall’architetto Franco Niffoi. Archi in grigio-luce e intonaci bianchi. «Torna al suo splendore un impianto architettonico con riferimenti al gotico-catalano con un’aula ritmata dagli archi a diaframma rilevati con il laser-scanner», ha spiegato Niffoi. Il restauro, finanziato per 200 mila euro da Comune e Cei, fatto con 180 giornate lavorative. Il ripristino della parrocchiale è un evento storico che rimarca un cambio positivo di mentalità. Perché – come altrove nel passato – due chiese, quella a tre navate al centro del paese e una nelle campagne di San Salvatore – sono state rase al suolo mentre mai è stata valorizzata la chiesa bizantina di San Giorgio con volta a botte assegnata ai foghesini nel 1782 dalla Reale Udienza. Dal sacrilegio della distruzione si è passati alla saggezza della conservazione iniziata col restauro (sindaco Fabio Lai) della preromanica di San Sebastiano. Giacomo Lai, imminente laurea specialistica in Architettura al Politecnico di Torino, commenta: «Un atto di attenzione e rispetto nei confronti di uno dei simboli di Foghesu. È un intervento che vuol far pace con un passato che ha visto demolire due chiese storiche. Emerge la chiara manifestazione di una comunità che rinnova e recupera, ponendo le basi per un futuro sostenibile, comunitario e partecipativo». È ricca di storia anche la parrocchiale che viene riaperta domani. Come ha documentato lo storico Felice Tegas nel libro “Tra Passus Antigus di Foghesu”, la chiesa parrocchiale – stile neoclassico – fu iniziata tra gli anni 1760 e 1770 con un finanziamento della Diocesi cagliaritana che affidò i primi lavori al muratore cagliaritano Ignazio Carta. Sorsero i muri che stavano per essere demoliti nel 1899 quando gli amministratori vollero adibire una cappella a edificio comunale chiedendone il permesso al parroco don Vittorio Cannas. Per fortuna non se ne fece nulla. La chiesa, senza tetto, ospitava gare poetiche ma anche gli animali transumanti da Villagrande e Arzana per Su Pranu. Finalmente nel settembre 1950 – parroco don Antonio Coni – riprendono i lavori affidati all’architetto sassarese Antonio Simon Mossa (premiato in Vaticano per le sue opere religiose). A Natale del 1958 la chiesa ospita la prima messa De Angelis conclusa dal canto di “Dormi vida ’e coru”. Don Luca: «Torniamo indietro di due secoli e mezzo. Ma domani è un bel giorno». (g.m.)

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