La Nuova Sardegna

Nuoro

Emporio Armani omaggia Angelo Mereu

Emporio Armani omaggia Angelo Mereu

Il brand milanese organizza una mostra e pubblica un libro con le foto scattate dall’orafo di Dorgali

02 ottobre 2021
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DORGALI. Angelo Mereu, dorgalese trapiantato a Milano, orafo e designer di gioielli con la passione per la fotografia, entra dalla porta principale alla Settimana della moda a Milano. Lo fa con un libro che Emporio Armani gli ha dedicato per i manifesti di Milano ripresi proprio da Angelo Mereu in versione fotografo. Negli spazi espositivi di Silos Armani si tenuto il vernissage della mostra dal titolo “The way we are” che resterà aperta fino al 6 febbraio per celebrare i 40 anni di Emporio Armani. Il libro che Armani ha dedicato al fotografo dorgalese è incentrato tutto sulla storia del marchio, ma soprattutto ai grandi manifesti apparsi in via Broletto dal 1984 a oggi. «Angelo Mereu una storia milanese» è il titolo della pubblicazione che raccoglie gli scatti in bianco e nero che Mereu ha raccolto in quasi quarant'anni. «Quella che stiamo per raccontare non è soltanto la storia di un fotografo tanto appassionato quanto rigoroso, ma di un sognatore che si esprime con tecnica e fantasia, di un artista sorprendente che cesella gioielli e dà nuova vita ai personaggi che tutti conosciamo ma dalla fine malinconica, Una storia molto milanese di immigrazione e talento , di volontà e energia».

«La mia storia con i murales di Emporio Armani – racconta Angelo Mereu – è cominciata nel 1984. Ero già appassionato di fotografia e giravo sempre con una macchina fotografica Minox. Per caso un giorno sono passato in via Broletto e ho visto un gigantesco poster in bianco e nero: sembrava la scena di un film e li feci il primo scatto, poi visto che passavo sempre da quelle parti lo scatto al murales era d'obbligo ogni volta che veniva cambiato il soggetto. Ho sempre continuato a fotografarli. Il libro presentato al Silos raccoglie tutte le foto. Ogni scatto sul murale di turno è una storia a se in via Broletto, un incrocio di vie dove è possibile cogliere i momenti della Milano che cambia, ma anche un tram che passa, una cabina telefonica, un gruppo di persone: tutto diventa parte integrante della foto, Quel che mi stimola è il dialogo tra me e il murale. I primi scatti in bianco e nero sono i miei preferiti. Ne ho fatti tanti anche a colori ma quelli in bianco e nero hanno un'altra profondità».

«Armani è stato il primo a fare pubblicità in scala monumentale – continua Mereu – e questo gli va riconosciuto. Oggi in tutte le città si vedono gigantografie magari per coprire le impalcature di lavori sui palazzi. Armani scelse quell'angolo della città, che sapeva davvero di cinema, e adesso è diventato un posto unico. Nel primo scatto in via Broletto non vedevo un murale ma una sorta di schermo del cinema in bianco e nero. Da allora non ho mai perso un appuntamento con il nuovo murale. Mi è capitato anche di tornare a Milano dalla Sardegna per non perdere l'appuntamento in via Broletto». (n.mugg.)

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