La Nuova Sardegna

Nuoro

Rapina con pestaggio al chiosco: in Appello condanne confermate

Rapina con pestaggio al chiosco: in Appello condanne confermate

Padre e figlio sono stati ritenuti gli autori dell’aggressione La vittima, accusata di un furto di pecore, derubata dell’auto

08 ottobre 2021
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NUORO. Il giorno della festa del Redentore di tre anni fa nel chiosco-bar della Solitudine, erano stati loro ad aggredire un altro avventore, Giuseppe Chessa, a sottrargli le chiavi di un Mitsubishi Pajero e a portargli via l’auto. La corte d’Appello di Sassari presieduta da Francesca Lupino ha confermato la condanna a 3 anni, e a 4 anni e tre mesi di reclusione per Giovanni e Giuseppe Bussa, padre e figlio (difesi dagli avvocati Angelo Magliocchetti e Concetta Sirca), responsabili della rapina e dell’aggressione al giovane di Loculi, avvenuta il 26 agosto 2017. Accolta dunque dai giudici la ricostruzione della procura generale, rappresentata dal pg Stefano Fiori, che sposando interamente l’impianto accusatorio del processo di primo grado, ha chiesto alla Corte la conferma integrale della sentenza, nonché la trasmissione degli atti alla Procura nuorese per valutare l’ipotesi della falsa testimonianza dei testi indicati nella lista dalla difesa degli imputati.

Alla base del pesante pestaggio il furto di otto pecore ai danni dei due allevatori nuoresi che accusavano Chessa di esserne il responsabile. L’allevatore di Loculi, che si era costituito parte civile con l’avvocato Lorenzo Soro, il giorno del Redentore si trovava nel chiosco della Solitudine quando erano arrivate otto persone, tra cui i due Bussa. Il più giovane si era avvicinato a lui per chiedergli la restituzione del bestiame: era scoppiato un diverbio, seguito poco dopo dal pestaggio. «Dopo il primo pugno ne sono arrivati tanti altri – aveva detto la persona offesa in aula –. Io ero in un angolo e non potevo difendermi da solo. Sono caduto a terra tre volte e ho cercato di rialzarmi. Poi Giuseppe Bussa mi ha portato via le chiavi del fuoristrada che tenevo nella tasca ed è scappato lasciandomi a terra». Stando all’accusa padre e figlio avevano fatto ritrovare il fuoristrada rubato, solo in seguito alla restituzione delle pecore. (k.s.)

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