La Nuova Sardegna

Nuoro

Emigrati per conquistare le vette

di Luca Urgu
Emigrati per conquistare le vette

Oliena. La storia di due giovani appassionati di alpinismo che hanno lasciato l’isola per la Val d’Aosta

16 ottobre 2021
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OLIENA. C’è chi parte alla ricerca di un posto al sole tutto l’anno, altri invece che sono disposti a lasciare tutto per la montagna e per le emozioni che questo universo, quanto mai vario sa offrire. Gianfranco Cadau, 26 anni e Simone Corrias, di 27, sono due ragazzi di Oliena, che fino a qualche anno fa, qui all’ombra del Corrasi, stavano bene. Amici per la pelle, non gli mancava il lavoro e durante il tempo libero si arrampicavano per il Supramonte, ma la voglia di spingersi oltre, di approfondire tutte le discipline sportive li ha portati a fare la valigia. Galeotta fu tre anni fa un’arrampicata in una vetta impegnativa in Corsica, un percorso così bello ed emozionante che ha spinto entrambi a decidere di andarci a vivere in mezzo alle montagne. Quelle dalle condizioni off limits, insomma. Dalle sfide 365 giorni l’anno. Così fatta la valigia ora vivono in Val d’Aosta, vicino a Cervinia. Emigrati non per l’assenza di lavoro che qui in Sardegna avevano in abbondanza (a volte si sdoppiavano per fare più mansioni), ma per l’amore dei monti, dell’alpinismo e di tutte quelle discipline sportive che si possono praticare ad alta quota. Nei giorni scorsi sono tornati entrambi a Oliena da protagonisti per partecipare al Supramonte trail. Simone Corrias è arrivato secondo nella 25 chilometri a 40 secondi di distanza dal vincitore. Gradino più alto del podio invece per Gianfranco Cadau nella competizione più dura, la cinquanta chilometri. Un ex aequo il suo con un altro atleta (l’emiliano Roberto Gheduzzi) alla conclusione di una gara sfiancante di oltre 7 ore di corsa. Ma al traguardo il ragazzo di Oliena appariva addirittura fresco. «Forse ho dato quell’impressione per la felicità e soddisfazione personale, ma non era così – ha detto – . È stata molto impegnativa, tecnicamente sono stato avvantaggiato perché giocavo in casa, conoscevo quei percorsi per essermi allenato per anni su quelle montagne». Tra qualche giorno sarà di nuovo in Val d’Aosta al lavoro in un negozio di alimentari, mentre durante la bella stagione fa il giardiniere. Simone Corrias che in Val d’Aosta in questi due anni ha sperimentato una serie infinita di occupazioni, è già dietro il bancone di un bar di Cervinia. «Soprattutto durante la pandemia, quando quasi tutte le attività turistiche hanno chiuso, mi sono dovuto adattare ad altre mansioni per non tornare in Sardegna. Una delle più toste è stata fare il rocciatore (operaio edile in quota). Tutte esperienze preziose – aggiunge Simone che brinda al suo prestigioso risultato alla competizione di Oliena –. Non me lo sarei immaginato alla vigilia, rientravo da un infortunio e non mi sono allenato a dovere. Sono comunque felicissimo. È l’ulteriore testimonianza di come anche il nostro Supramonte possa offrire palcoscenici mozzafiato per praticare tante discipline sportive. Per crescere – ribadisce il giovane – occorre l’unità e la condivisione dei progetti da parte dell’intero territorio. Solo quella è l’arma vincente, lo tocco con mano nelle Alpi. Speriamo diventi un’abitudine anche da noi».

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