La Nuova Sardegna

Nuoro

Assalto a un portavalori: assolti Arzu e Serra

Assalto a un portavalori: assolti Arzu e Serra

I due talanesi sotto processo a Grosseto per tentato omicidio e rapina L’assalto nel 2012 in Toscana. L’accusa aveva chiesto condanne pesantissime

21 ottobre 2021
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TALANA. Sono stati assolti per non aver commesso il fatto, Franco Arzu e Michele Serra, imputati in tribunale a Grosseto per il tentato assalto a un furgone portavalori compiuto il 2 maggio 2012 lungo la strada provinciale tra Ampio e Tirli, in Toscana. Ne seguì anche un conflitto a fuoco tra i rapinatori e i carabinieri, nel quale nessuno rimase ferito, ma che è valso ai due imputati anche l’accusa di tentato omicidio. Arzu era difeso dagli avvocati Tito Flagella e e Paolo Pilia, Serra dall’avvocata Nazarena Tilocca. Il tribunale ha dimostrato di credere alle ragioni della difesa, mentre il pubblico ministero Ferraro aveva sollecitato condanne pesantissime: 14 anni e mezzo per Arzu e un anno in meno per Serra.

Il furgone portavalori trasportava un milione di euro. I due erano stati arrestati in momenti separati. Serra era stato controllato dai carabinieri in due momenti diversi, alle 7.40 del mattino e alle 9.30, non lontano dal punto in cui era passato il furgone. Ai militari, l’uomo aveva spiegato di trovarsi in Toscana per cercare lavoro. Stando alla tesi accusatoria, lui sarebbe stato la “staffetta” che avrebbe verificato il percorso pulito per il suo complice, Serra, il quale si sarebbe trovato a bordo di un Daily Iveco. Questo mezzo venne intercettato dai carabinieri non lontano dal portavalori: chi era all’interno aprì ilfuoco contro le forze dell’ordine. Arzu, che viveva in Toscana, era stato fermato dopo il fallito colpo, nella sua residenza.

Tra le prove portate a loro carico, c’era anche il ritrovamento di un cellulare intestato a un uomo di nazionalità cinese, trovato nei pressi del punto in cui era stato fermato Serra. Da questo cellulare era partito un messaggio per un’altra utenza (anche questa intestata a un uomo cinese), che recava questo testo: “Mi hanno fermato”. Secondo i carabinieri, il destinatario sarebbe stato Arzu, il reale utilizzatore dell’altro telefonino (mai ritrovato). L’avvocata Tilocca ha rilevato come il cellulare fosse stato smontato dai carabinieri per estrarre il codice in grado di far risalire al traffico e quindi al destinatario del messaggio, una chiara manipolazione che non garantiva la genuinità del mezzo di prova portato a processo.

In ogni caso, il tribunale ha ritenuto che tutte le argomentazioni dell’accusa non fossero sussitenti, e infatti ha assolto i due talanesi. Entrambi sono liberi, dei due solo Arzu ha presenziato alla lettura della sentenza.(si.se.)



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