La Nuova Sardegna

Nuoro

Lanusei, punto nascita chiuso: l’ira del sindaco Burchi, della Cisl e dei comitati

di Giusy Ferreli
Lanusei, punto nascita chiuso: l’ira del sindaco Burchi, della Cisl e dei comitati

Lo stop a causa della carenza di medici nel reparto di Pediatria e Neonatologia

12 aprile 2022
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LANUSEI. Apprendere della chiusura, sine die, del punto nascita dell’ospedale di Lanusei si è rivelata un’amara sorpresa non solo per il sindaco Davide Burchi ma per chi aveva sperato nel rilancio del reparto. «La sospensione del servizio arriva dopo la dichiarazione sulle convenzioni con l’azienda ospedaliera Brotzu e Asl di Iglesias, che ci aveva tranquillizzato, e dopo la partecipata manifestazione di sabato che ha visto il territorio ogliastrino reclamare a gran voce il diritto alla salute», attacca l’amministratore che, alla luce di quest’ennesimo episodio di diritti negati, è ancora più motivato a muovere battaglia alla Regione. «La situazione è inaccettabile e noi continuiamo sulla nostra strada: giovedì, la conferenza sociosanitaria si riunirà con i comitati per definire i dettagli della visita a Villa Devoto».

Proprio dai comitati arriva un altro durissimo attacco. «Ci avevano detto che la convenzioni con altre realtà ospedaliere avrebbero messo al sicuro il reparto sino a fine anno. E invece?», chiede Adriano Micheli, portavoce di Giù le mani dall’Ogliastra, che va giù pesante. «Lampante – incalza l’attivista – è il fallimento del "medico in prestito", come già avevano ampiamente previsto».

Altrettanto duro è il segretario provinciale della Cisl Medici, Giacinto Staffa. «Siamo nel pieno di una grave crisi dovuta alla penuria di risorse professionale. Senza un progetto, senza una visione, del Nostra Signora della Mercede, come di tanti altri presidi, rimarranno solo le insegne», denuncia il sindacalista. Che ha elaborato una proposta, mai presa in considerazione dai vertici della sanità, per reclutare nuovi professionisti. «I medici oggi possono scegliere tra tante offerte lavorative in tutta Europa. È sotto gli occhi di tutti – dice a riguardo Staffa – che scelgono il posto lavorativo dove si vive meglio, dentro e fuori. Insistere con questa gestione del personale, senza un adeguato cambio di mentalità, sarebbe come insistere su una macchina a vapore in tempi di energie rinnovabili». Che sia arrivato finalmente il momento di confrontarsi sulla proposta del sindacato, l’unica attualmente in circolazione?

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