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Nuoro

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Da Antonino Pirari Varriani a Mario Puppo. La galleria d’arte del Redentore

di Alessandro Mele

	Un dettaglio del manifesto di Mario Puppo del 1954
Un dettaglio del manifesto di Mario Puppo del 1954

Il primo manifesto fu disegnato nel 1919. Quest’anno l’omaggio all’illustratore ligure

26 agosto 2023
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NUORO Da Antonino Pirari Varriani a Mario Puppo. Quella dei manifesti pensati per la festa del Redentore, è una linea del tempo artistica senza precedenti e che non ha eguali nell’isola. Opere d’arte pensate per stupire, per incantare il visitatore e l’appassionato già dal primo fermo immagine. D’altronde la prima impressione, in questi casi, è quasi sempre quella che conta davvero.

Ripercorrendo il tempo in direzione contraria, non si può non partire dal manifesto della 123esima festa del Redentore, l’edizione di quest’anno. Due le novità sostanziali. La prima è una scelta di cuore. Infatti, dopo diverse edizioni, torna in locandina la statua del Cristo di Vincenzo Jerace. Una scelta romantica, che mette in bella vista il protagonista assoluto della grande festa dei nuoresi e dell’intera Sardegna. La seconda novità di quest’anno è un omaggio alla storia dell’arte italiana. È infatti presente nel manifesto un richiamo alle illustrazioni stilizzate di Mario Puppo, il celebre disegnatore ligure, scomparso nel 1977, che curò la grafica della festa del Redentore per l’edizione del 1954. Il dettaglio di quel manifesto, spicca quest’anno, nel blu cielo scelto come sfondo. Sono donne e uomini di Sardegna, stilizzati in pieno stile Puppo, ma pieni di colore, dell’anima delle tradizioni popolari di un’isola che da 123 anni fanno bella mostra sul palcoscenico del Redentore. Già nel 1954, quel manifesto ottenne molto successo e fu particolarmente apprezzato dalla critica, che lo definiva innovativo, quasi futurista, degno, insomma, della visione in avanti che ha sempre caratterizzato l’arte di Mario Puppo.

Ma quella dei manifesti della festa del Redentore è una vera e propria galleria d’arte già a partire dal 1919. In quell’anno fu prodotto il primo manifesto della festa nuorese. Un’opera firmata da Antonino Pirari Varriani. Uno dei più grandi pittori dell’Atene sarda, era figlioccio del grande Antonio Ballero e figlio e fratello d’arte. Il padre era il pittore Giovanni Antonio Pirari Varriani, il fratello Piero fotografo, giornalista e produttore di cortometraggi che da Nuoro arrivarono fino a Cannes. Il quadro a olio realizzato da Antonino Pirari per la festa del Redentore, è una vera e propria opera d’arte del reale. La scena ambientata sulla cima dell’Ortobene, in quello spazio che i nuoresi chiamavano monte Bidde, presenta al centro la statua di Vincenzo Jerace. Il contesto, è invece quello della fine del primo conflitto mondiale. Lo testimoniano gli aeromobili che sorvolano il cielo di una Nuoro in festa, dipinta con i colori dei suoi abiti tradizionali. Poi gli ospiti provenienti da tutte le parti dell’isola e i suonatori di organetto. Un popolo che festeggia il Redentore, insomma, ma che anche ringrazia per la fine della Grande guerra.

Il manifesto di Antonino Pirari Varriani, è stato quello più utilizzato negli anni per la festa del Redentore e tutt’oggi il ricordo di quell’opera è vivo nei cuori di tutti, giovani e meno giovani. Le altre grafiche utilizzate nel corso degli anni, sono state le più disparate. Dal ricordo dei personaggi storici della sfilata di abiti tradizionali, fino agli omaggi alla figura della donna sarda. Un tributo dovuto in una società storicamente matriarcale, che si è contestualizzato non solo nella fotografia, ma anche nella grafica e nelle illustrazioni.

Altre annate, invece, hanno visto protagoniste dei manifesti, le eccellenze dell’arte artigianale sarda. Dai tappeti, alle ceramiche, Nuoro ha sempre messo in bella mostra il patrimonio di tutta l’isola. A riconferma del fatto che la festa del Redentore non è un’occasione di nicchia per soli nuoresi, ma anzi, guarda e ha sempre guardato al panorama regionale in tutte le sue forme più belle. Insomma, quando si parla di grafica, questa festa offre una vera e propria galleria d’arte che affascina, coinvolge e incanta. Che porta l’occhio alla bellezza del tempo e alla storia.

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