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Istruzione

Nuoro, i sindaci contro il dimensionamento scolastico

di Luca Urgu

	Un momento dell'incontro dei sindaci al Liceo Fermi di Nuoro (foto Locci)
Un momento dell'incontro dei sindaci al Liceo Fermi di Nuoro (foto Locci)

Chiedono che la Regione legiferi e si oppongono alla perdita di 7 delle attuali 47 autonomie scolastiche

07 novembre 2023
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Nuoro Dai sindaci dei Comuni della provincia di Nuoro parte un accorato appello per il rilancio del sistema di istruzione in Sardegna. La scure di un nuovo dimensionamento spaventa e ancora una volta nessuno ha voglia di recitare la parte della vittima sacrificale. Che guarda caso spetterebbe alla Provincia di Nuoro che perderebbe una fetta consistente delle attuali 47 autonomie scolastiche passando di colpo a 40. Alla conclusione della conferenza provinciale del piano dimensionamento della rete scolastica della Provincia di Nuoro convocata ieri nell’auditorium del liceo scientifico Fermi e presieduta dall’amministratore straordinario della Provincia Costantino Tidu, i sindaci hanno approvato un documento in cui si oppongono in maniera decisa al decreto del ministro Valditara e alle linee guida regionali che prevedono una contrazione di 7 autonomie scolastiche in questo territorio e chiedono alla Regione di dotarsi di una propria legge regionale, in modo da poter organizzare in autonomia la rete scolastica e l’offerta formativa della Sardegna. Essenzialmente la contrarietà a questo piano di dimensionamento “basato ancora una volta su astratti e penalizzanti criteri dimensionali, ancorché travestiti da coefficienti di calcolo la cui interpretazione si vuol far ricadere sui territori, associandoli intenzionalmente alla contrazione dei servizi di cittadinanza”, si legge nel documento dove chiedono contemporaneamente all’assessore regionale alla Pubblica istruzione “di approfondire i criteri dimensionali anche alla luce delle linee e degli indirizzi che sostanziano l’offerta formativa della nostra regione”. Al di là di formule matematiche e ragionieristiche si chiede inoltre di “far valere il principio di insularità, ovvero il diritto della Sardegna a vedere riconosciuti gli svantaggi strutturali presenti nel territorio con l’applicazione di opportune deroghe anche in tema di istruzione”. Un altro punto su cui si batte la Provincia e i primi cittadini fa leva “sull’applicazione delle deroghe derivanti dal riconoscimento del territorio regionale come appartenente alle minoranze linguistiche”. L’esigenza di contare di più e di non subire decisioni calate dall’altro, tra l’altro non condivisibile, era l’orientamento diffuso sia dai sindaci che dai rappresentanti sindacali della scuola. Entrambi hanno ribadito la centralità di una coprogettazione degli interventi in materia di pubblica istruzione con il coinvolgimento di tutte le parti sociali, dinamica di fatto oggi ignorata. Così come non si sta tenendo conto delle specificità dell’Isola e della provincia di Nuoro, che con l’elevato grado di dispersione scolastica e il basso tasso di laureati, uno dei più bassi in Europa, non può permettersi nuovi tagli. Anzi quello che occorre è una migliore offerta formativa per “creare cittadini migliori” ed evitare che continui “il rigido dimensionamento degli Istituti scolastici che ha generato un pendolarismo diffuso, che è un’altra gravissima causa di dispersione scolastica. Pendolarismo che addirittura in alcuni centri dell’interno inizia fin dalla scuola dell’infanzia ed elementare, criticità che non consente a decine di migliaia di studenti e studentesse di poter frequentare e studiare serenamente”.

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