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Nuoro, il laboratorio del San Francesco sempre più in crisi: vietate altre analisi


	Il laboratorio di analisi del San Francesco
Il laboratorio di analisi del San Francesco

All’ospedale mancano i reagenti per altri quattro esami

16 gennaio 2024
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Nuoro La situazione del laboratorio di analisi dell’ospedale San Francesco cambia, ma di male in peggio. Ai 22 esami che dal 3 gennaio non si possono eseguire perché mancano i reagenti, se ne sono aggiunti altri quattro, come si evidenzia da una comunicazione inviata a tutti i reparti dal dottor Giuseppe Maddau, biologo del laboratorio. «Con la presente si rende necessario un aggiornamento della precedente lista relativa ai reattivi mancanti; infatti allo stato attuale non risultano più disponibili: Psa Totale; Alfa-1 Glicoproteina acida; Ca-125; Ab-Hcv. Si prega pertanto di non inserirli nelle relative richieste. Il laboratorio sarà pronto ad informare le strutture competenti non appena avrà termine la criticità fonte di tale disagio». Nella nota non è specificato quanto tempo bisognerà aspettare, né d’altronde era specificato nella prima informativa in cui si avvisava dell’impossibilità di eseguire le altre analisi. Il problema della mancanza di reagenti era stato spiegato dal direttore generale della Asl 3 Paolo Cannas con il fatto che i volumi degli ordini non siano così rilevanti e di conseguenza non vengano evasi con tempestività. Le criticità sono varie: la madre di tutti i mali sembra essere la vetustà della linea di lavorazione degli esami. È vecchia, superata, utilizzata a quanto pare in pochissimi laboratori di analisi – Nuoro tra questi –; il contratto che lega la Asl 3 al fornitore viene rinnovato di tre mesi in tre mesi, i reagenti sono pochi, sempre meno, con il fondato rischio che escano di produzione. E allora sì che si paventerebbe la paralisi totale delle prestazioni. Il laboratorio vecchio potrebbe essere efficacemente rimpiazzato dal nuovo che verrebbe realizzato grazie ai fondi del vecchio Project financing, 30 milioni di cui si sono perse le tracce all’indomani dell’accordo transattivo tra Ats e Regione. Dove sono questi soldi, dopo che l’Ats è stata rimpiazzata dall’Ares e affidata alle cure del commissario liquidatore Enrico Gaia? Sono tornati all’assessorato regionale alla Sanità, e allora perché non vengono trasferiti alla Asl? La risposta a queste domande vale 30 mlioni di euro, un nuovo laboratorio e la sistemazione degli impianti del San Francesco, lavori che, ha garantito il dg Paolo Cannas, verrebbero eseguiti in 5 mesi. E allora ci sarebbe un nuovo laboratorio, moderno e che non correrebbe il rischio di restare senza reagenti, di vecchio tipo così come il macchinario attualmente in uso. Ma nel frattempo, i pazienti fuori da queste dinamiche si trovano in una situazione paradossale. Per i ricoverati, l’onere di fare in modo che vengano sottoposti ad analisi necessarie per le terapie è in capo ai medici che li hanno in cura. Questi esami sono in molti casi fondamentali, per esempio in caso di terapie oncologiche ma anche per gravidanze problematiche. Per i pazienti esterni, in molti casi c’è il disagio vero di non poter essere sottoposti a tutti gli esami richiesti (nel caso ci siano quelli per i quali i reagenti non sono disponibili). Molte persone si rassegnano a tornare chissà quando, alcuni provano nei laboratori privati. Nessuno viene sollevato del problema dalla struttura, che dovrebbe preoccuparsi di trovare soluzioni. Questi reagenti saranno pure difficili da reperire, ma sembra impossibile che non li si possa far arrivare per tempo. O ancora, che non ci siano altre soluzioni diverse dal mandare i pazienti a casa.

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