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Dimensionamento

Nuoro, Istituto “Deledda” in rivolta: «La nostra scuola non si tocca. No ai tagli»

di Alessandro Mele

	Il prefetto Giancarlo Dionisi riceve una delegazione di bambini
Il prefetto Giancarlo Dionisi riceve una delegazione di bambini

Bambini, genitori e insegnanti in corteo. Incontro con il sindaco e con il prefetto. «Vogliamo salvare l’autonomia del Comprensivo»

19 gennaio 2024
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Nuoro «La scuola “Grazia Deledda” non si tocca» urlavano a gran voce i bambini accompagnati dai loro genitori. Poi una vignetta che raffigurava la scrittrice premio Nobel che esclamava: «Bella pessada, bell’idea». E ancora fischietti, le voci dei piccoli alunni dell’Istituto comprensivo e gli striscioni, hanno fatto da cornice alla manifestazione che, attraverso le vie del centro cittadino, ha portato tantissime persone davanti al palazzo del Comune e alla prefettura. L’obiettivo era quello di dire ancora una volta un secco “no” alle politiche di dimensionamento scolastico che, a partire dal prossimo 1 settembre, vedranno accorpati gli istituti comprensivi “Grazia Deledda” e “Mariangela Maccioni”.

Oltre 1.110 alunni sotto un unico dirigente scolastico che guiderà un gran numero di plessi disseminati in diverse parti della città. «Siamo rassegnati all’accorpamento – dicono ancora una volta indignati gli insegnanti –, soprattutto dopo l’arrivo dei nuovi codici scolastici da parte del Provveditorato agli studi, che sancisco la nuova forma dei nostri istituti comprensivi. Ma non ci arrendiamo e vogliamo ancora urlare a gran voce che tutto questo non ci va bene, ecco perché volevamo incontrate sindaco e prefetto».

E proprio al prefetto Giancarlo Dionisi, gli insegnanti dell’Istituto “Grazia Deledda”, hanno consegnato una lettera dal significato molto chiaro e che chiede di mantenere perfettamente operativi i punti di erogazione scolastica del comprensivo “Grazia Deledda” come i plessi di Monte Gurtei e Biscollai: «In modo – recita la lettera di insegnanti e genitori – che i bambini crescano a contatto con il loro quartiere e i loro vicini di casa». Il prefetto Dionisi ha ricevuto nei suoi uffici una delegazione di insegnanti dimostrando comprensione e apertura. «Condivido in pieno le loro preoccupazioni perché vorrei che le rassicurazioni di alcuna soppressione mi arrivino per iscritto – commenta il rappresentante territoriale del Governo –. Ho già scritto ieri mattina all’assessore regionale Andrea Biancareddu e all’amministratore della Provincia Costantino Tidu, chiedendo chiarimenti ma anche una ripianificazione che comprenda anche questo territorio visto che le altre Province si sono ben guardate dal presentare un piano. In questa regione non si può pensare di accorpare per tanti motivi, in primis lo spopolamento e poi la dispersione. Questa non è una regione come le altre viste le difficoltà di strutture e servizi. L’accorpamento – conclude Dionisi – è il primo step che poi porta ai tagli. Ora basta parole, chiedo rassicurazioni scritte perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

Così il sindaco Andrea Soddu: «La Regione non poteva sottrarsi dall’approvare la delibera sul dimensionamento – commenta il primo cittadino – e c’è da considerare che è stata dato ascolto alle indicazioni date dagli amministratori del Nuorese senza le quali a Cagliari avrebbero agito in autonomia e dando seguito a calcoli meramente numerici». E ancora: «Siamo sempre schierati a difesa della scuola, dalla parte degli alunni, delle famiglie, del corpo docente e non docente – conclude il sindaco – e qualora in futuro si dovesse materializzare l’eventualità che una sola classe venga tagliata, non esiteremo fare le barricate per tutelare un diritto fondamentale qual è quello allo studio».

Nel corteo dei manifestanti contro la piaga del dimensionamento scolastico, anche alcuni dirigenti in pensione. A sostegno della causa c’era anche Nazario Porcu: «Sono molto rammaricato perché questa politica dei tagli ha superato ogni limite – ha affermato l’ex dirigente scolastico –. Mi dispiace vedere le famiglie perdere un’occasione di far vivere ai propri figli la vita del quartiere. Dove le famiglie si preoccupano, Regione e ministero tagliano. La questione del risparmio ci sta portando fuori da ogni logica, ecco perché non capisco come ragionino i politici locali che scelgono di tagliare scuole dove ci sono ancora tanti alunni e dove ci sono potenzialità di crescita». 

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