La Nuova Sardegna

Nuoro

Il processo

Omicidio di Bitti, il pm chiede la condanna a 14 anni


	Il palazzo di giustizia di Nuoro
Il palazzo di giustizia di Nuoro

Giuseppe Pittalis aveva ucciso il fratello al culmine di una lite

23 febbraio 2024
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Nuoro Ieri al quarto piano del palazzo di giustizia si è aperta la discussione del processo con rito abbreviato che vede imputato Giuseppe Pittalis, l’allevatore 55enne di Bitti, reo confesso dell’omicidio del fratello Giorgio, 62 anni, ucciso a martellate il 3 marzo dello scorso anno, nell’ovile in località Sa’e Lussu, nelle campagne a pochi chilometri dal paese. Il pubblico ministero Riccardo Belfiori alla fine della requisitoria, partendo da una pena iniziale di 21 anni, diminuita di un terzo per la scelta del rito alternativo, ritenute le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla circostanza aggravante contestata, ha chiesto per l’imputato una condanna finale a 14 anni di carcere. Il difensore di Pittalis, Tito Flagella ha sollecitato una riduzione della pena ritenendo riconoscibile l’attenuante della provocazione «per accumulo». Secondo l’avvocato, infatti, il suo assistito aveva agito al culmine di una situazione esasperata da una lunga scia di aggressioni verbali e atti di violenza posti in essere dal fratello Giorgio, che andavano avanti da tempo. La difesa aveva raccolto una serie di elementi difensivi in favore dell’imputato, con dichiarazioni di testimoni oculari, vicini di casa e persone che conoscevano lui e la vittima, e che aveva raccontato come Giuseppe fosse vittima delle continue vessazioni da parte del fratello maggiore. «Era importante comprendere appieno in che clima di rapporti tra fratelli è maturato il delitto – aveva detto l’avvocato in sede di udienza preliminare –. Tramite la voce di chi li frequentava è emerso quali fossero queste continue vessazioni e abusi del fratello vittima nei confronti del fratello omicida. Non si è fatto riferimento a episodi in cui ci siano state scazzottate o accoltellamenti tra i due – aveva aggiunto Tito Flagella – ma è emerso l’atteggiamento di prepotenza di Giorgio nei confronti del fratello più piccolo». Quella mattina i due fratelli avrebbero discusso per via del fatto che da diversi giorni, a causa di un guasto, il fuoristrada di Giuseppe era dal meccanico, e per questo erano costretti a rivolgersi ad amici e vicini di pascolo per farsi accompagnare in campagna. Erano intenti a mungere le pecore quando l’imputato, stando alla sua ricostruzione dei fatti, avrebbe colpito il fratello dopo aver ricevuto da lui uno spintone. L’ennesimo. A quel punto, dopo aver afferrato un vecchio martello (ritrovato dagli inquirenti nel luogo del delitto ndr), lo avrebbe colpito più volte al capo, fino a farlo cadere a terra esanime. Subito dopo il delitto Giuseppe Pittalis aveva fatto rientro a casa, si era cambiato, e dopo essere stato in banca per versare alcuni assegni, si era presentato in caserma. Si era consegnato spontaneamente alla giustizia perché voleva assumersi la responsabilità di ciò che aveva fatto. Durante il lungo interrogatorio finito a tarda sera, l’allevatore aveva raccontato di aver ammazzato il fratello col quale aveva sempre vissuto. Preciso e dettagliato, non aveva tralasciato alcun dettaglio. Il prossimo 21 marzo è attesa la sentenza. Dopo eventuali repliche il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Nuoro, Giovanni Angelicchio, si ritirerà in camera in consiglio per decidere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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