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Politica comunale

Nuoro: finita l’amministrazione Soddu, riflettori puntati sul commissario

di Francesco Pirisi

	Un momento del consiglio comunale di martedì notte (foto di Massimo Locci)
Un momento del consiglio comunale di martedì notte (foto di Massimo Locci)

Naufragato l’ultimo consiglio, i partiti pensano già alle elezioni del 2025

05 giugno 2024
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Nuoro Forse neppure i più ottimisti avevano pensato che per l’amministrazione di Andrea Soddu ci sarebbe stata una prova d’appello, dopo la bocciatura del bilancio il 16 maggio. L’ha accordata la prassi della Regione, per il privilegio alla sopravvivenza di un governo civico. Sino ad avant’ieri. Ma è naufragata nell’indisponibilità di una parte del consiglio a fare proseguire il primo cittadino. Tanto che da quel momento è in atto il procedimento per il commissariamento dell’ente. Il pari tra favorevoli e contrari (11 a 11) non è stato sufficiente a dare il via libera al documento. Più importante di altre circostanze, perché incarnava un referendum dell’appoggio o del rigetto dell’amministrazione Soddu. Trattandosi di una delibera in ritardo di sei mesi. Al sindaco alla fine non è servita neppure la mezza ciambella di tre consiglieri di centrodestra (Saiu, Zola e Arcadu), usciti dall’aula nel momento del voto. Mentre si erano espressi negativamente il 16 maggio. Gli altri due esponenti dei gruppi del centro-destra, Sanna (candidato a sindaco per la Lega, nel 2020) e Brau, del Psd’Az, hanno invece sostenuto le ragioni di Soddu.

Dopo nove anni al sindaco non è riuscito ancora il miracolo di salvare il suo governo civico. Gli era andata meglio nel 2018, quando abbandonato al suo destino dai sardisti (a cui aveva ritirato due deleghe in giunta) aveva potuto contare sull’appoggio salvifico del consigliere del Pd, Satta, libero battitore in un gruppo consiliare lontano da Soddu prima, durante e dopo il suo primo mandato. Questa volta la fronda è stata decisiva per disarcionarlo. Non senza determinare, in Soddu, un rivolgimento anche interiore: «Con la posizione assunta questa sera dite “no” al bilancio e soprattutto alla città, che senza l’approvazione di questo documento dovrà rinunciare ai servizi, alla possibilità di vedersi pagate alcune spettanze economiche». Ammonimenti e inviti alla responsabilità arrivati anche dai consiglieri della componente, ex maggioranza, rimasti a fianco del sindaco. Ma senza sortire effetto. Surclassati nel momento decisivo da critiche e accuse, andate a toccare sia la gestione politica, sia quella amministrativa.

Le esplicitano, con riferimento precisi, Lisetta Bidoni e Fabrizio Melis. La consigliera di Progetto per Nuoro ha una sfilza di argomenti, nei quali Soddu e la giunta sarebbero stati insufficienti: «I mancati interventi per dare una casa a 300 famiglie nella graduatoria Erp, le criticità trascurate della casa protetta, la gestione degli asili nido, con la richiesta alle famiglie di anticipare le rette». Melis richiama una questione che gli sta a cuore, la soluzione del caso Testimonzos, con alcune centinaia di lotti da regolarizzare. E, insieme, «la mancata eliminazione del vincolo urbanistico ai piedi di Sant’Onofrio e le difficoltà delle periferie, con il paradosso che sono mancate le risposte da un piano che, a partire dal nome, prometteva di darle una nuova vita».

Narrazione rispetto alla quale lo stesso Soddu dedica l’attacco del suo ultimo discorso in aula, ricordando che l’impeg no dell’amministrazione è scritto «nei quasi 100 milioni di lavori in corso». Ribaditi dai consiglieri Boi, Boeddu, Calia e Obinu. E smentiti da altri. Tra i quali il Pd Prevosto: «Se solo ci si ferma ai progetti del Pnrr, diversi arrivano addirittura dall’amministrazione Zidda». Visioni diverse e colpi alternati, tra chi ha governato e chi si è opposto. Alla fine un corollario nell’esito che è già scritto. Quello della chiusura anzitempo del secondo mandato della coalizione civica, subentrata al centro-sinistra, battuto per due volte. Così come è avvenuto nei confronti delle destre.

Gruppi questi due che si ritroveranno l’un contro l’altro armati tra un anno. I primi, probabilmente, con l’effige del Campo largo, che amministra la Regione, con Pd, progressisti e Cinque Stelle. L’altro, il centrodestra classico, se riuscirà a ricompattarsi. Per il momento, con Saiu, Arcadu e Zola, due giorni fa se n’è guardato bene di essere riunito in un’immagine alle sinistre, per il ben servito a Soddu. I tre hanno abbandonato l’aula. Dimenticando il livore pluriennale contro l’amministrazione, tanto da rendere risicato il risultato contrario al primo cittadino

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