Nuoro, al Borghetto nasce la prima casa dei libri per scambiare cultura
Luisella Cogoni, ideatrice dell’iniziativa con tanto di piccolo regolamento: «Arricchire l’anima è gratis»
Nuoro Per gli inglesi è il “bookcrossing”, gli antichi romani lo avrebbero chiamato con il proverbio latino “do ut des”. A Luisella Cogoni, invece, piace definirlo «Scambio di libri, ma soprattutto umano e culturale». È lei ad aver pensato, costruito, posizionato e inaugurato la prima casetta dei libri della città, nel quartiere del Borghetto, a pochi metri da viale Funtana buddia. Bianca, tetto spiovente e mattoncini, la casetta è una copia in miniatura dell’abitazione di Luisella. C’è anche il suo gatto ma soprattutto ci sono libri adatti a tutte le età pronti per partire verso nuove collezioni e nuove librerie, per poi far posto ad altri capolavori e al loro breve soggiorno nella casetta dello scambio per gli amanti della lettura.
«Vorrei che tutti venissero a lasciare il libro che hanno letto più volte, o quello che hanno amato di più – racconta Luisella Cogoni –. La casetta non vuole essere uno svuota cantine o un modo per eliminare la polvere dalle librerie, anzi, ha l’obbiettivo umano di arricchire l’anima delle persone senza essere dispendiosa e proprio per questo è un luogo da non vandalizzare. Lo speriamo». La prima casetta dei libri di Nuoro, una delle pochissime in Sardegna, è un luogo di scambio completamente gratuito, ma non per questo privo di un manuale di utilizzo.
Sono i cinque comandamenti scritti direttamente da Luisella Cogoni. «Il primo è molto semplice – dice –: prendi e metti un libro. Poi, nella casetta possono essere introdotti solo libri, non oggetti di altro tipo tanto meno immondizia. I libri, inoltre, devono essere in buone condizioni anche se usati. Da qui nasce la quarta regola: ogni libro è da considerarsi di proprietà della comunità. Infine, ho chiesto di non lasciare testi scolastici: non sono in linea con l’obbiettivo di promozione culturale e sociale del progetto». Lo scambio è aperto a tutti: «E proprio per questo si svolge in forma anonima – specifica l’inventrice della casetta –. Il libro è da concepire solo come punto di partenza di un qualcosa di molto più grande. È lo strumento di via per uno scambio più intenso, quello delle storie personali. Quante volte dentro un libro prestato troviamo un bigliettino o degli appunti? Questo però – aggiunge – è anche un modo che serve a suscitare la curiosità alla ricerca e all’approfondimento su temi che possono rivelarsi sconosciuti».
Il progetto di Luisella Cogoni ha anche un obbiettivo sociale: «Quello di arricchire e rivalutare il quartiere del Borghetto – afferma –, un’area relativamente moderna ma senza servizi di alcun tipo e molto lontana dalla biblioteca più vicina. Per questo, il progetto è quello di realizzare altre casette dei libri da collocare in vari quartieri della città, partendo dalle periferie e dall’Ortobene. Per questo, chiederò la collaborazione del Comune almeno per il controllo delle strutture».