La Nuova Sardegna

Nuoro

L’intervista

Emiliano Fenu, sindaco di Nuoro: «Avanti uniti, le divisioni bloccano lo sviluppo»

di Luciano Piras
Emiliano Fenu, sindaco di Nuoro: «Avanti uniti, le divisioni bloccano lo sviluppo»

Parla il neo primo cittadino: acclamato con 11mila voti, poco meno del 63% delle preferenze

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 Nuoro Domanda a bruciapelo al nuovo sindaco di Nuoro, Emiliano Fenu, acclamato con 11mila voti, poco meno del 63% delle preferenze... Chi sarà il suo vice sindaco? Chi l’assessore all’Urbanistica? E quello al Bilancio? E ai Lavori pubblici? Ride. «Così, senza colpo ferire?». Ride ancora. «Non lo so» si ricompone subito. «Sono decisioni – spiega – che prenderò insieme alle liste che mi hanno sostenuto. Ogni decisione sarà condivisa, ovviamente laddove dovrà decidere il sindaco, deciderà il sindaco, ma sempre con la massima condivisione possibile». Dica la verità: ha già i nomi dei prossimi assessori, ma non li vuole svelare… Tira un sospiro di sollievo. Ride di nuovo. «Fosse stato così, sarebbe stato tutto molto più semplice. Le assicuro che la squadra di governo è ancora da costruire».

Nato a Siniscola il 29 gennaio 1977, Emiliano Fenu vive e lavora a Nuoro dal 2002. Sposato, un figlio di 15 anni, una figlia di 12. Laurea in Economia e commercio a Cagliari, dopo il diploma al liceo scientifico “Michelangelo Pira” di Siniscola. Il leader del Campo largo che ha stravinto queste elezioni comunali, è al suo secondo mandato parlamentare: nel 2018 era stato eletto senatore; nel 2022 deputato. Sempre con il Movimento 5 stelle.

Ha dormito dopo questa lunga notte elettorale?

«Poco – risponde –. Ho dormito soltanto tre ore, perché sono rientrato a casa alle quattro e mezza della notte. E alle sette e mezza ero già sveglio. Così ho potuto rispondere fin da presto ai messaggi di congratulazioni che ho ricevuto».

Tra i primi a congratularsi con lei, già dall’altro ieri, sono stati i suoi avversari. «Il primo a farlo è stato Giuseppe Luigi Cucca».

Un gran signore. Segno che le rivalità politiche della campagna elettorale erano già finite, dunque?

«In realtà, la campagna elettorale è stata molto tranquilla, nel rispetto reciproco. Qualche vivacità in più da parte di Domenico Mele, ma per il resto, i confronti ci hanno permesso di frequentarci molto».

Ha vinto a primo colpo, senza neppure andare al ballottaggio. Con il 62,95% ha più che doppiato il secondo, Cucca, fermo al 25,91%. Un risultato storico.

«Sì, un grande risultato storico. Il vero nemico da battere era l’astensionismo. Molti dicevano che era una campagna elettorale strana, molto silente. Sono convinto, invece, che sì c’era un po’ di stanchezza da parte di molti cittadini, sfiducia nei confronti della politica e stanchezza per le solite polemiche sterili, ma c’era anche tanta voglia di cambiare pagina, di partecipare. Lo testimonia il tasso di affluenza».

Giuseppe Luigi Cucca ha detto che si aspettava questo risultato. Lei, invece, se l’aspettava una vittoria così netta, così decisa?

«Mi aspettavo la vittoria, devo essere sincero. Sentivo un clima positivo. Ma non mi sono mai illuso, avevo pareri contrastanti, diversi dal mio. Ho anche pensato che la mia potesse essere una visione distorta. A un certo punto ho temuto che le divisioni interne, vedi il caso Lisetta Bidoni, potessero penalizzarci».

Invece? Cosa è successo?

«È successo che i nuoresi hanno apprezzato proprio l’appello all’unità. Queste elezioni sono la dimostrazione che ci si può unire mettendo da parte convenienze di parte e personalismi».

Secondo lei il voto dei nuoresi ha implicazioni regionali? È la conferma o no del Campo largo di Alessandra Todde? O Nuoro resta Nuoro, un caso circoscritto? «No, non è indipendente. Il voto nuorese, tuttavia, è influenzato da diversi fattori. Da un lato c’è una dimostrazione di fiducia anche nei confronti della presidente della Regione Todde e della sua giunta; dall’altro, qui a Nuoro il consenso è ancora più largo. Motivo di grande soddisfazione. C'erano liste molto forti. Resto convinto che l’appello all’unità ha funzionato. Resto convinto che i nuoresi stanno chiedendo alla politica nuorese di mettere da parte le divisioni, che spesso hanno bloccato la città e il suo sviluppo».

L’onorevole Pietro Pittalis ha detto che Nuoro è la Bologna della Sardegna. Lei sente di essere partito da una posizione di vantaggio proprio per questo? «Sicuramente sono stato avvantaggiato. Nuoro è da sempre schierata con il centrosinistra. Ma non dimentichiamoci che il centrosinistra negli anni scorsi ha anche stancato sotto alcuni aspetti. Tant’è che alle politiche, il collegio uninominale di Nuoro è stato vinto dal centrodestra».

Quale sarà il suo primo atto da sindaco? Quale sarà l’emergenza da affrontare prima delle altre?

«Questa non è una domanda corretta, e le spiego perché, anche se rispondo lo stesso. Nuoro è una città che ha talmente tante esigenze, tanti problemi, che non si può ragionare per settori. Non che non ci siano priorità, per carità. Ma parlare di una priorità è sbagliato. L’amministrazione deve occuparsi di tutto e di tutti».

Ma da qualche parte dovrà pur iniziare?

«Dallo stato dell’arte, sicuramente. Dovremmo fare una ricognizione puntuale di tutte le opere incompiute, che non sono poche, né di secondaria importanza. Penso alla galleria di Mughina: chiusa da troppo tempo per problemi strutturali, sta condizionando negativamente anche la qualità della vita. Le risorse ci sono, la progettazione è in una fase avanzata, l’assessore regionale ai Lavori pubblici ha parlato di 20 milioni di euro... ecco, ora occorre portare a termine il cantiere e riaprire il tunnel. Ma questo è soltanto un esempio di quanto c’è da fare».

Cos’altro poi?

«Ci sono lavori ben avviati, da concludere, come quelli per il Campo scuola. L’anfiteatro comunale. Ci sono opere fondamentali per il futuro e le prospettive della città, come il Campus universitario nell’ex Artiglieria, anche perché se vogliamo finalmente cercare di essere attrattivi, dobbiamo offrire alle università, alle varie facoltà, un bel biglietto da visita. Un Campus moderno, con aule, alloggi, impianti sportivi. Dobbiamo pensare a una università attinente al contesto ambientale di Nuoro, anche economico, direi, che tenga in primo piano ora come ora le prospettive di sviluppo legate all’Einstein telescope».

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