Sardegna
Omicidio dell’allevatore Angelo Maria Piras, condannata Alice Flore
Nell’ultima udienza il procuratore capo aveva chiesto l’assoluzione per la donna
Cagliari Si è concluso con la condanna a 21 anni per l’unica imputata, Alice Flore, il processo in Corte d’Assise d’appello di Cagliari per l’omicidio di Angelo Maria Piras, allevatore di Lula di 39 anni, avvenuto nel gennaio 2015.
Un processo complicato, caratterizzato da numerosi colpi di scena, con svolte a tratti inaspettate. Per l’omicidio di Angelo Maria Piras, il fratello Nico e l’ex moglie, dopo essere stati assolti in primo grado dai giudice della Corte d’assise di Nuoro, per non aver commesso il fatto, erano stati condannati a 24 anni di reclusione in Corte d’assise d’appello a Sassari. Quindi la Cassazione aveva annullato la sentenza e rinviato a nuovo processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Cagliari. Riaperta l’istruttoria il presidente Poddighe aveva disposto nuove perizie sia sulla prova dello stub, a cui era stato sottoposto Nico Piras sei ore dopo l’omicidio del fratello, e che aveva dato esito negativo, sia sulle intercettazioni ambientali che all’alba del 25 gennaio avevano captato i dialoghi della coppia sul cortile di casa. Nell’ultima udienza il procuratore capo Luigi Patronaggio aveva ritenuta provata la colpevolezza di Nico Piras ma aveva dovuto chiedere di non doversi procedere per intervenuta morte del reo. Alla luce delle nuove trascrizioni delle intercettazioni, su cui si era basato l’impianto accusatorio, considerando non provato il reato di concorso a carico di Alice Flore, ne aveva chiesto l’assoluzione.
Oggi, 20 giugno, la condanna a 21 anni a carico di Flore. (k.s.)