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Scompenso cardiaco, la Asl 3 eccellenza con la telemedicina

di Simonetta Selloni
Scompenso cardiaco, la Asl 3 eccellenza con la telemedicina

Primo progetto in Italia con risultati clinici ed economici, “arruolati” 500 anziani

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Nuoro L’accesso alle cure per una popolazione che invecchia, e che nel Nuorese vive in zone disagiate per i collegamenti con i centri dove si trovano gli ospedali o i poliambulatori. È la nuova frontiera della medicina che si può definire sociale, e che alla Asl 3 di Nuoro ha trovato una efficace e pionieristica applicazione con il telemonitoraggio nello scompenso cardiaco. È una delle principali cause di ricovero per pazienti over 70 per i quali l’aumento di patologie come diabete, demenza, ictus, costituisce l’altra faccia della medaglia di una longevità che colloca l’isola, e in particolare le sue zone interne, nell’alveo della Blue Zone. I risultati di un vero e proprio case study, che ha coinvolto 500 pazienti e si è sperimentato negli ultimi due anni nella Cardiologia della Asl 3 di Nuoro, approderanno ad agosto su una autorevole rivista scientifica. L’équipe coordinata da Mauro Pisano, direttore della Struttura complessa e del Dipartimento di area medica della stessa Asl, ha ribaltato un paradigma assistenziale che alle condizioni attuali non riuscirà a reggere, nè secondo i criteri dell’assistenza nè secondo quelli dell’economicità del sistema. Perchè negli ospedali sempre più in affanno dove manca il personale sanitario (medici e infermieri), i pazienti cronici, ossia gli anziani in costante crescita, spesso residenti nelle zone mal collegate, costituiscono un anello debole, in molti casi anche economicamente, del circuito assistenziale. Gli anziani “arruolati”, alcuni dei quali molto avanti con l’età, sono stati seguiti da casa con strumenti semplici ma efficaci, affiancando alla tecnologia un lavoro costante di educazione sanitaria. I dati contenuti nel report di prossima pubblicazione parlano chiaro: netta riduzione dei ricoveri, maggiore aderenza alla terapia, maggiore consapevolezza dei pazienti. «Ma evidenziano un risultato spesso trascurato: il modello è economicamente sostenibile, anche in un territorio difficile come il nostro», dice il dottor Pisano che rileva un altro aspetto: «L’equità delle cure. Con questo modello, anche chi vive in zone interne, isolate o con scarsa offerta specialistica, ha accesso a un’assistenza cardiologica di qualità, continua e personalizzata. È un passo concreto per ridurre le disuguaglianze e garantire a tutti lo stesso diritto alla salute». È questo della Asl 3 il primo progetto italiano che offre una “rendicontazione”clinica ed economica, e uno dei pochi su scala europea. È il risultato di un lavoro complesso, multidisciplinare e rigoroso, che dimostra come anche in territori periferici sia possibile rafforzare modelli tecnologici sostenibili, con un impatto positivo sui risultati clinici e sull’efficienza del sistema sanitario. Ma il valore del lavoro va ben oltre il dato locale. «La Sardegna oggi anticipa quel che accadrà presto in Italia e in Europa: una popolazione sempre più anziana, con un crescente carico di cronicità, e una quota di popolazione in età lavorativa in continuo calo. Questo squilibrio demografico metterà a dura prova la sostenibilità del sistema sanitario. Non si tratta di un’ipotesi lontana, è una tendenza già in atto», dice ancora Pisano. In questo scenario, la telemedicina non sarà solo una tecnologia, ma una leva di giustizia sanitaria sociale, che, senza rinunciare all’assistenza diretta, potrà dare risposte in territori lontani, anticipare il riacutizzarsi di patologie, e garantire l’ assistenza. A tutti.

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