La Nuova Sardegna

Olbia

Crisi, è boom di nuovi poveri in città

di Luca Rojch
Crisi, è boom di nuovi poveri in città

Oltre 600 le famiglie aiutate dal Comune, pienone anche davanti alla mensa. Ancora guerra in aula sulle rette degli asili

11 agosto 2012
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OLBIA. La terra dell'abbondanza, tutta jet, yacht e suite, si scopre sempre più povera. I milionari scivolano via come pioggia e i loro soldi sembrano rimbalzare e rotolare lontano. L’effetto della crisi strema e strama il tessuto sociale. Il risultato della grande depressione sul pil cittadino è nei numeri sui nuovi poveri che arrivano dal Comune. In consiglio sia approva il nuovo piano di assistenza dei cittadini in difficoltà. E somiglia a un bollettino post bellico, a un deprimente elenco della difficoltà. Sono oltre 600 le famiglie che vengono assistite dal Comune, 300 fanno parte del progetto di sostegno delle povertà estreme, altre 300 sono aiutate con un sussidio. «Abbiamo dovuto incrementare il fondo – spiega l’assessore ai Servizi Sociali Rino Piccinnu –, la crisi in questi anni ha risucchiato decine di famiglie. Basta pensare a tutte le aziende che non hanno assunto i lavoratori stagionali per l’assenza di turisti. Abbiamo approvato il Plus con un grande impegno da parte del Comune, che ha bilanci sempre più magri, per dare sostegno a chi è in difficoltà». Perché a completare il quadro c’è il boom di ospiti nel dormitorio comunale. I 30 posti sono sempre occupati, e il 90% degli ospiti è sardo. Alla mensa dei poveri le suore vincenziane che la gestiscono hanno dovuto istituire i doppi turni, impossibile gestire le 80 persone che ogni giorno bussano alla loro porta per avere un pasto. La città delle luci billionarie è lontana appena qualche chilometro, ma sembra un altro pianeta. «Abbiamo messo a punto anche altre iniziative – dice Piccinnu –. A settembre nella sede di via Canova aprirà un centro di aiuto per le famiglie disagiate. Un’attività congiunta con l’Asl e il consultorio. Parte anche un progetto di assistenza per il sostegno alla maternità. Le donne che sono state licenziate, sfrattate, non riescono a stare a galla tra i conti e sono in stato interessante avranno un aiuto dal Comune per i primi 20 mesi dalla nascita del bambino».

Asili. In aula si discute anche delle rette degli asili. Ma tra maggioranza e opposizione non c’è accordo. La minoranza presenta la sua mozione in cui contesta gli aumenti per le rette degli asili. «Aumenti che arrivano anche al 400% – accusa Valerio Spano, Pdl –. Per questo chiediamo una revisione delle rette». L’assessore Piccinnu ribatte. «Le tariffe sono state riviste e abbiamo con una delegazione delle madri messo a punto una serie di sconti che arrivano anche al 50%. In questo modo saranno pochissimi a pagare la retta massima». Ma la maggioranza mostra una ulteriore apertura. Chiede all’opposizione di ritirare la mozione e di riunirsi la mattina successiva per vedere insieme il quadro finanziario. «Ma dopo tre mesi di promesse la loro offerta era tardiva – dice Marco Piro, capogruppo Pdl –. Per questo l’abbiamo messa ai voti». Mozione affondata. Ma Piro insiste. «L’assessore ha dichiarato una serie di inesattezze. Ha detto che il costo del servizio è aumentato, al contrario è rimasto lo stesso, al massimo è aumentato quello che viene chiesto alle famiglie. Piccinnu ha anche detto che i bambini esenti erano 110, anche questo non è del tutto esatto, sono solo 89. La filosofia per stilare le graduatorie per l’asilo mette in testa i figli che hanno due genitori che lavorano, e di conseguenza hanno un reddito maggiore, in questo modo le rette sono più care per tutti quelli che vengono ammessi. Anche se con i rincari sono tanti quelli che rinunciano».

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