La Nuova Sardegna

Olbia

Falsi agricoltori nella lottizzazione abusiva di Palau, 64 denunciati

di Giampiero Cocco
Falsi agricoltori nella lottizzazione abusiva di Palau, 64 denunciati

Blitz della Forestale in un terreno inedificabile con vista sul mare. Nella zona sono consentite solo costruzioni rurali: l’inchiesta è partita quando a chiedere la deroga erano state persone di diverse parti del mondo tutt’altro che agricoltori - FOTO

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PALAU. L’arrivo di decine di “agricoltori”, tutti interessati a piantare cavoli tra le rocce e a realizzare una casa colonica sulle colline vista mare tra “Scopa” e “Monte Altura”, aveva fatto storcere il naso agli addetti all’urbanistica del Comune di Palau. L’inchiesta che la Procura gallurese ha affidato, un anno fa, agli investigatori del Corpo forestale regionale ha svelato il mistero: un centinaio di ettari di terreno erano stati lottizzati, abusivamente, e venduti a una sessantina di acquirenti multietnici, sardi compresi. Tra le 64 persone denunciate alla magistratura per concorso in “lottizzazione cartolare abusiva” ci sono infatti “agricoltori” d’origine tedesca, francese, svizzera, dei paesi dell’Est, americani del nord e perfino tre australiani, che chissà come hanno scoperto che c’era un lotto di poco più di un ettaro da coltivare nelle assolate e riarse terre di Sardegna, all’altro capo del globo.

La clamorosa inchiesta, affidata dal capo della Procura gallurese Riccardo Rossi al direttore del Corpo forestale di Tempio Giancarlo Muntoni, ha impegnato gli investigatori ambientali per circa un anno. Per ricostruire l’intero carteggio, che è diventato un voluminoso dossier contenente i rapporti informativi, le planimetrie dell’area frazionata, le decine e decine di contratti di compravendita e le diverse richieste di licenze edilizie in deroga, il tutto già consegnato al magistrato inquirente, i rangers hanno dovuto acquisire documenti e transazioni negli uffici tecnici erariali, alla conservatoria dei registri immobiliari e in diversi istituti bancari.

La lottizzazione abusiva comprenderebbe un’area che si estende dal confine demaniale di Monte Altura, alla località “Scopa” e alla zona di Barrabisa, tra Porto Pollo e Isuledda. L’immenso territorio – un’eredità da mettere a frutto da parte dei legittimi proprietari–, è incluso nel Ppr costiero, quindi soggetto a limitazioni d’ogni genere, primo tra tutti l’edificazione. A meno che non si tratti di insediamento rurale, deroga che la Regione concede a coloro che intendono trasferirsi in campagna e vivere dei frutti di essa. Così avrebbero promesso di fare i circa sessanta acquirenti internazionali (ma tra i denunciati ci sono anche una trentina di braccianti sardi) che erano pronti a sottoscrivere il loro quotidiano impegno nell’agricoltura biologica. Qualcosa di analogo a quanto era accaduto a “Patron di Carru”, tra Olbia e Porto Rotondo, dove una trentina tra industriali, manager, imprenditori e professionisti italiani ed europei avevano acquistato un lotto di terreno destinato a colture per realizzarvi le case coloniche, con tanto di piante d’olivo, piscina e prato verde.

L’indagine appena conclusa dal Corpo forestale regionale passerà ora al vaglio della magistratura, che potrebbe disporre il sequestro giudiziario dell’intera lottizzazione abusiva. Anticamera, in caso di condanna, della confisca dell’intero patrimonio. A far scattare le indagini era stata la nota informativa dell’ufficio tecnico comunale di Palau che segnalava alla procura della Repubblica l’anomalo afflusso di “agricoltori” che ben poco avevano a che vedere con i lavori della terra. Più che di improvvisati braccianti si trattava, nella stragrande maggioranza dei casi, di persone che non risiedevano, come chiede la legge regionale, in Sardegna, e quindi veniva meno uno dei presupposti necessari per l’ottenimento della licenza edilizia in deroga. Il nuovo “insediamento rurale” resterà, per il momento, bloccato dall’azione degli agenti della vigilanza ambientale. Se poi tutto dovesse risultare in regola, ben vengano i braccianti nordamericani e australiani a spalare tra i graniti e i cisti di Monte Altura e Scopa. Stando agli accertamenti compiuti dal corpo forestale la “lottizzazione cartolare” equivale alla lottizzazione abusiva, da qui la richiesta di sequestro dei cento e passa ettari di terreno che è stata avanzata alla magistratura. Nel frattempo anche le domande di nuove case rurali, con vista mare sul versante ovest dell’isola, si sono bloccate. Al vaglio dell’ufficio tecnico restano le dieci richieste avanzate dagli acquirenti che hanno dichiarato d’essere contadini provetti.

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