La Nuova Sardegna

Olbia

Guerra del verde, a rischio 13 lavoratori

di Luca Rojch
Guerra del verde, a rischio 13 lavoratori

Polemica in Comune sull’appalto per la gestione del Fausto Noce e del waterfront, i giardinieri potrebbero restare a casa

01 luglio 2013
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OLBIA. La guerra dell’erba rischia di abbattere 13 posti di lavoro. Sono i giardinieri che fino che fino a oggi hanno curato il verde per il parco Fausto Noce per il waterfront. Sono i dipendenti, di Olbia, della impresa che gestiva l’appalto per tenere in ordine i giardini. Ora rischiano di dover lasciare il loro posto di lavoro. Il motivo è semplice l’impresa non ha vinto la gara fatta dal Comune per gestire il servizio fino alla fine dell’anno. Per cinque mesi a curare il verde sarà una azienda di Monza. Non c’è nessuna norma che obblighi i nuovi imprenditori a riassumere lo stesso personale. «Non è possibile obbligarli – spiega l’assessore all’Ambiente Giovanna Spano –. A noi dispiace tanto, ma la legge è chiarissima. In ogni caso il Comune e i sindacati cercano di dialogare con la nuova impresa per vedere se riesce a trovare una intesa e salvare i posti di lavoro». Ma lo scontro dai giardini entra dentro le aule del Palazzo. La maggioranza finisce sotto accusa. A dire il vero l’attacco è concentrico. Tutta l’opposizione ha presentato una interrogazione, ma anche un consigliere di maggioranza, Gianni Urtis, del Centro democratico, critica la scelta. Nell’interrogazione, la prima firma è di Francesco Sanciu, ma è tutta l’opposizione a sottoscriverlo, si punta il dito sulla scelta di fare un bando per 5 mesi, che non ha tutelato i posti di lavoro. Nello stesso tempo si chiede di sospendere la gara e prepararne una nuova. Più o meno dello stesso tenore le dichiarazioni di Urtis. «Mi chiedo perché in tutta fretta venga portato avanti un appalto che mette a rischio i posti di lavoro di 13 dipendenti – afferma –. E perché in questi mesi non sia stata preparata una gara che evitasse questa incertezza». L’assessore Spano risponde. «Per prima cosa la politica dà indirizzi e non si occupa di appalti – spiega –. E forse se tutti avessero seguito questo principio l’Italia sarebbe un posto migliore. È vero che non c’è obbligo di chi ha vinto la gara di assumere i 13 dipendenti che lavoravano con la precedente impresa, ma cerchiamo di trovare una intesa. Siamo stati costretti a fare un appalto per 5 mesi perché il precedente era scaduto nel dicembre del 2012 la ditta lavorava in regime di proroga e non era possibile spostare ulteriormente la scadenza. Abbiamo preferito fare una gara per 5 mesi, in modo da avere il tempo per fare un appalto adeguato che preveda la gestione del verde per diversi anni».

@LucaRojch

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