La Nuova Sardegna

Olbia

VACANZE SOTTO TONO

Turisti? Pochi e solo di passaggio

Turisti? Pochi e solo di passaggio

La lamentela è comune: delusi baristi, ristoratori e titolari di hotel

07 luglio 2013
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TEMPIO. Turismo di tipo escursionistico, se si vuole "mordi & fuggi", ben lontano da quello da sempre auspicato ma mai propiziato di tipo residenziale.

Anche la stagione 2013, entrata ormai nel pieno dell'estate, sta mostrando questo volto. Con in più i mali della crisi economica e le inettitudini pubbliche locali. Le strutture ricettive stanno faticando a tenere aperto. «Stiamo vivendo del lavoro impostato negli anni passati ma è molto duro- dice Elisabeth Vargiu del "Pausania In", ormai l'unico albergo operante in città e capace di garantire un'ospitalità di un certo livello.- In più stiamo subendo la concorrenza degli hotel della costa che, pur se più blasonati, di fronte alla crisi hanno abbassato i prezzi. I costi dei trasporti marittimi dalla penisola stanno incidendo in maniera determinante».

Anche l'accoglienza meno pretenziosa quale quella dei "B&B", sta segnando il passo. «Stiamo alloggiando più persone che giungono per lavoro che per turismo- spiega Antonella Russino del "Letto e latte- e comunque per non più di due tre-notti». Toccando ora l'aspetto escursionostico del flusso turistico interessato a Tempio occorre constatare che anch'esso appare tutt'altro che florido. «Meno degli anni passati - ammette Francesca Vasa, titolare del "Purgatorio", stellato ristorante del centro a suo tempo scelto dal presidente della Repubblica Azeglio Ciampi vacanziere alla Maddalena -. Il maltempo comunque ha convogliato nei mesi passati diversi stranieri e non possiamo lamentarci più di tanto. Speriamo in un buon proseguo di stagione e che la crisi passi».

Dal canto suo Francesco Quargnenti, titolare del ristorante "Bonvicino", dipinge l'andamento stagionale in tinte più nere. «I crocieristi - dice - toccano sempre meno Tempio e così anche gli ospiti degli hotel della costa, già spremuti dai costi dei traghetti». Il carattere "mordi&fuggi" del turismo locale non soddisfa neanche i titolari dei bar. «Arrivano in comitiva, danno uno sguardo a chiese e palazzi e solo pochi sostano per qualche cappuccino. Nel pomeriggio poi è un deserto» dice Marcello, con bar affacciato su Piazza Gallura. Non sfugge infine alla crisi neanche il monumento più insigne di Tempio: il nuraghe Majore. «Il flusso dei visitatori non consente più di concedermi un aiuto-dice l'archeologa curatrice Miriam Spano-. Lavoro dieci ore al giorno e se mi dovessi sentir male il sito resta chiuso». (t.b.)

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