La Nuova Sardegna

Olbia

Vanno in fiamme tre auto, è un attentato

di Luca Rojch
Vanno in fiamme tre auto, è un attentato

Nella notte la banda del cerino dà fuoco alle macchine, tra le vittime c’è un ex assessore comunale di Alleanza nazionale

05 novembre 2013
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OLBIA. L’anonima del cerino mette a segno un altro colpo. In città è di nuovo allarme sicurezza. Nella notte ignoti hanno dato alle fiamme tre auto parcheggiate tra via Messico e via Ecuador, in Zona Bandinu. Verso le 3 del mattino un gruppo di persone ha cosparso di liquido infiammabile due Fiat Punto e una Audi A3. Hanno usato come innesco la diavolina e hanno dato fuoco alle macchine. In pochi istanti hanno fatto perdere le loro tracce nel dedalo di vie di Zona Bandinu.

Le fiamme hanno avvolto le tre auto in pochi minuti e hanno divorato tutto. I vigili del fuoco sono arrivati in tempi record, chiamati dai vicini che hanno visto le lingue di fuoco alzarsi e minacciare il palazzo davanti a cui le macchine erano posteggiate. Ma gli uomini del 115 hanno potuto solo evitare che le fiamme facessero danni alla facciata dell’edificio e alle attività commerciali che si trovano al piano terra. Delle auto sono rimaste solo le lamiere. Scheletri cotti dal fuoco.

Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato, guidati dal vicequestore Fernando Spinicci, che hanno da subito raccolto elementi utili per avviare le indagini. Nessun dubbio sull’origine dolosa del rogo. Gli attentatori hanno cosparso di liquido infiammabile tutte e tre le auto, che sono di proprietà di tre persone diverse. Anche per questo le indagini sono particolarmente complicate. Il proprietario di una delle Fiat Punto è un cameriere di 50 anni, un cittadino ucraino. In questi giorni non è in città. È all’estero, proprio in Ucraina a trovare la madre. Ma la macchina viene spesso utilizzata anche dal figlio del cameriere. L’altra Punto è intestata a un camionista.

Tra le vittime c’è anche Andrea Ruiu, 60 anni, ex assessore comunale al Commercio, dal 1999 al 2001, nella giunta guidata da Settimo Nizzi. Espressione di Alleanza Nazionale da tempo non è più in prima linea nella politica cittadina. Una vita senza ombre la sua, carabiniere in pensione con la passione della politica.

La polizia per ora non si sbilancia e non fa nessuna ipotesi sul movente. Per prima cosa gli investigatori devono capire se all’origine del rogo ci sia il gesto di qualche balordo annoiato o se gli incendiari abbiano lanciato un messaggio preciso a qualcuno dei tre proprietari delle auto incenerite. Ma resta da comprendere anche perché i malviventi abbiano deciso di bruciare tutte e tre le macchine parcheggiate davanti al palazzo all’angolo di via Messico. Annerita anche la facciata del palazzo e la vetrata di una palestra che si trova al piano terra dell’edificio. Gli inquirenti non si sbilanciano, cercano di raccogliere prove e testimonianze per capire se dietro quel gesto ci sia un messaggio preciso a una delle tre vittime. Per prima cosa raccolgono elementi utili per individuare i responsabili. Gli agenti hanno raccolto le testimonianze dei vicini. Ma analizzano anche i filmati di alcune telecamere che si trovano nella zona, nella speranza di trovare elementi utili per identificare gli autori dell’attentato. In città riesplode l’allarme sicurezza. Dopo una pausa di alcune settimane l’anonima del cerino sembra essere ritornata da protagonista sulla scena. L’ultimo episodio si era verificato il 30 settembre nella zona industriale. Ignoti avevano dato alle fiamme tre tir della Slam trasporti parcheggiati in un’area di sosta. Le telecamere avevano ripreso gli attentatori, che non sono stati individuati.

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