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Olbia

Cgil all’ente Parco: «Con le sue entrate stabilizzi i precari»

Cgil all’ente Parco: «Con le sue entrate stabilizzi i precari»

La Funzione pubblica sostiene la vertenza dei lavoratori «Utilizzi i 900mila euro che arrivano dalla bigliettazione»

17 aprile 2014
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LA MADDALENA. Una via d’uscita ci può essere per dare stabilità al lavoro a undici lavoratori precari del Parco della Maddalena. Si tratta di utilizzare i fondi propri dell’Ente derivati dalle entrate correnti delle attività svolte con “la vendita di beni e servizi” come li definisce la Corte dei Conti nella sua recente relazione dedicata specificamente alla contabilità del Parco. In cifre, è un tesoretto di circa 900mila euro all’anno, peraltro in crescita ogni esercizio a partire dal 2010. L’ipotesi è sostenuta dalla Funzione pubblica della Cgil che segue la vertenza e spera di «riuscire ad ampliare la dotazione organica, ben sapendo – osserva la segretaria territoriale Luisella Maccioni – che non è affattosemplice risolvere la situazione».

La mobilitazione. Approdare al traguardo prefigurato dall’organizzazione sindacale non sarà facile. Lorenzo Porcheddu, dirigente della Cgil, spiega: «Il quadro generale non è certo favorevole, tantomeno in materia di assunzioni a tempo indeterminato. Ma non ci sottraiamo al dialogo e mettiamo in campo la nostra proposta». Intanto si cerca di allargare il fronte della vertenza. «Chiederemo per i prossimi giorni giorni un incontro con il sindaco Comiti e l’assessore regionale dell’Ambiente, mentre già hanno preso posizione i senatori di Sel. Inoltrecoinvolgeremo la Cgil nazionale perché agisca sul ministero».

I numeri. La dotazione organica del Parco è di 25 unità, undici delle quali acquisite dalla ex Base Usa per i quali l’Ente sostiene un costo del lavoro annuo di un milione 400mila euro. Poi ci sono i precari “storici”, undici lavoratori a tempo indeterminato che sono stati impegnati periodicamente da uno a cinque anni: sono loro i protagonisti della vertenza. Il blocco delle assunzioni del 2008 è stato in parte riaperto con le successive Leggi finanziarie dello Stato e oggi sono ammesse sino a sostenere un costo del lavoro pari al 60 per cento di quello sostenuto al momento del blocco. «Tuttavia è necessario un indirizzo politico», osservano i due sindacalisti. Vale a dire la disponibilità del Parco a riaprire le porte ai precari. Il presidente Giuseppe Bonanno, come attesta anche la Circolare numero 5 del ministero della Funzione pubblica, ha però detto di averre già risolto il problema con l’ingresso degli undici provenienti dalla Base Usa.

La proposta. «Noi sosteniamo che il Parco può reinvestire le sue entrate correnti per sostenere la copertura dei salari», dicono i sindacalisti. Si tratterebbe di applicare la stessa norma che è stata utilizzata per il Parco dell’Aspromonte, autorizzato specificamente dal Governo a «mettere a disposizione le proprie risorse per stabilizzare i precari».

Gli stagionali. È il piccolo esercito di 150 lavoratori impiegati per brevi periodi nel periodo estivo. Qui il dilemma riguarda le graduatorie: il timore è l’esclusione dalle nuove graduatorie mentre le precedenti non sono state ancora chiuse in quanto prorogate dal Governo.

«Riteniamo che nelle procedure di accesso si possa inserire una norma di salvaguardia valgano sì l’anzianità di servizio ma soprattutto, a parità di punteggi, le professionalità acquisite». Hanno dichiarato lo stato di agitazione e il 23 ci sarà un’assemblea. (gpm)

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