La Nuova Sardegna

Olbia

La cessione delle aree standard, una ferita aperta da 26 anni

«Per quanto concerne Porto Rotondo le aree standard non sono mai state prese in carico dal Comune di Olbia». È il cuore delle contestazioni che il gruppo dei consorziati Porto Rotondo Domani ha...

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«Per quanto concerne Porto Rotondo le aree standard non sono mai state prese in carico dal Comune di Olbia». È il cuore delle contestazioni che il gruppo dei consorziati Porto Rotondo Domani ha sollevato nelle osservazioni al Piano di fabbricazione approdato di recente all’esame del consiglio comunale. Ma le dieci pagine delle “osservazioni” erano misteriosamente scomparse: nessuno sa come e perché. Di certo, mai protocollate al palazzo municipale. Circostanza che nelle ultime settimane ha reso incandescente il clima nell’assemblea civica. «Ma sono tante – spiega l’architetto Nadia Volpi – le norme che sono state inserite nel PdF, che soprattutto non tiene conto di quanto stabilito nella convenzione urbanistica del 1988, scaduta 15 anni fa, né della zona F turistica.

È una ferita aperta. Anche il Consorzio ha presentato le proprie osservazioni al PdF. «Quello della cessione degli standard, le aree che il Comune dovrebbe destinare a servizi pubblici è una questione non risolta – spiega Paolo Manca –: non cedute dai lottizzanti né prese in carico dal Comune, come previsto dalla convenzione dell’88. Tuttavia nel 2012 abbiamo stipulato una nuova convenzione con il Comune, che si impegna a consultare il Consorzio sulle scelte urbanistiche: per noi è un traguardo, il Consorzio Porto Rotondo è riconosciuto interlocutore». (gpm)

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