La Nuova Sardegna

Olbia

Mille in piazza protestano «Ignorati dopo il dramma»

di Giampaolo Meloni
Mille in piazza protestano «Ignorati dopo il dramma»

Manifestazione in città, delegazioni dai maggiori centri dell’isola devastati «Andremo a Cagliari e a Roma: la Regione e il Governo rispettino gli impegni»

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OLBIA. A Cagliari, poi a Roma. Per strappare due risultati in tempi rapidi. Il primo: l’assegnazione immediata dei 90 milioni per risarcire i danni provocati alle persone e alle cose dalla bomba d’acqua e fango che ha devastato mezza Sardegna il 18 novembre 2013 lasciando sulle popolazioni il dolore di diciassette croci. Il secondo: una legge-quadro che disponga una regìa di gestione certa e altrettanto definiti interventi, strumenti, fondi per fronteggiare calamità come la violenza alluvionale di Cleopatra. Su questi obiettivi cresce e trova forza unitaria il popolo degli alluvionati che ha manifestato nella piazza Crispi, sotto un sole cocente che ha riscattato solo nelle condizioni meteorologiche il ricordo e le conseguenze di quel terribile boato che alle 18.30 di sei mesi fa investì Olbia, poco prima Uras e nei minuti e ore successivi altri sessanta centri dell’isola.

Un migliaio di persone hanno riempito la piazza alle 11. Tanti i cittadini e le rappresentanze di Olbia. Tanti sono arrivati dsa Uras, Terralba, San Gavino, Torpè e altri paesi. Garage, abitazioni, giardini, famiglie, attività commerciali, imprese: il mosaico della devastazione era rappresentato per intero nella giornata di protesta scaturita dall’impegno del Comitato per i diritti degli alluvionati che ha preso forma a Olbia nelle scorse settimane per iniziativa di alcuni professionisti decisi a non dimenticare e soprattutto a non far dimenticare: «Lo Stato, in primo luogo, deve mantenere fede agli impegni. Deve risarcire chi ha perso i beni materiali, il corredo della vita – ha detto Moreno Contini, il coordinatore del Comitato –. Quei 90 milioni devono essere consegnati direttamente alle vittime non regalati alle banche».

A 180 giorni dal dramma lo scenario della disperazione è diffuso. La ferita delle risposte mancate è sanguinante. C’è chi ha perso l’abitazione, chi i mobili, chi le macchine da lavoro, le auto. C’è chi ancora non dorme la notte. I traumi sono lì, nel sempre presente agguato dell’onda assassina anche se questa non è in arrivo. Ma ogni cenno di pioggia mette paura. Anche perché,nel caso di Olbia, la bufera si abbatterebbe su una città che le conseguenze del ciclone in buona parte se le è cercate e costruite negli anni con l’invasiva prepotenza urbanistica imposta sulle aree paludose, sugli argini nei canali.

Per queste ragioni la piazza è affollata. «Il diritto al risarcimento va conquistato», incalza Moreno Contini. «Vogliamo i soldi per pagare i debiti», «A quest’ora tutto doveva essere già risolto»: parole scaturite da volti carichi di dolore.

Anche gli operatori d’impresa si sentono beffati. Italo Fara, dirigente di Confcommercio Gallura, ne spiega le ragioni: «Il ministero ci aveva concesso il beneficio di prorogare le scadenze sui pagamenti dei contributi, ma lo ha fatto a partire dalla sera del 18 novembre, ultimo giorno utile per i versamenti degli F24, ossia quando tutti avevamo ormai pagato». C’è stata un’altra deroga, «ma avere i Durc (documenti della regolarità fiscale) in ordine dopo tanti mesi, non è affatto semplice». Non è andata meglio con gli enti bilaterli (istituti paritetici formati da rappresentanze dei lavoratori e datori di lavoro, per dare, tra l’altro, assistenza mutualistica reddituale alle imprese e ai lavoratori che danno sostegno alle imprese): «Silenzio totale», denuncia Benedetto Fois, presidente della Cna Gallura. Uno striscione, retto da donne e uomini di Uras, riepiloga: «Siamo vivi ma non per le istituzioni». Su questa ragione prende forza la mobilitazione unitaria per strappare risultati da Regione e Governo, ai quali si ricorda il peso dei morti con un minuto di silenzio.

Ascoltano, solidarizzano e condividono gli obiettivi anche gli esponenti politici che non sono voluti mancare ma per opportunità (elezioni imminenti) preferiscono non intervenire l’europarlamentare dell’Idv Giommaria Uggias, il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Fasolino, il segretario nazionale dell’Upc Antonio Satta.

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