La Nuova Sardegna

Olbia

Filmata l’irruzione a casa della sua ex

di Giampiero Cocco
Filmata l’irruzione a casa della sua ex

L’uomo, un operaio di 52 anni, diffidato dai magistrati a non avvicinarsi a meno di cinquanta metri dell’abitazione

19 settembre 2014
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OLBIA. Il caso di Antonello M., 56 anni, l’operaio olbiese obbligato a stare alla larga dalla sua ex convivente per ordine della magistratura, non è il solo che purtroppo si registra in Gallura. L’uomo, al quale i carabinieri di Olbia hanno notificato, nei giorni scorsi, un provvedimento di diffida con il quale è obbligato a stare ad almeno cinquanta metri dalla sua ex compagna, una donna romena di 45 anni, è finito nel circuito mediatico per via della trasmissione “Le Iene”, che mercoledì ha mandato in onda il servizio curato da uno dei suoi conduttori, Giulio Golia, il quale ha filmato e raccontato il caso di stalking portato avanti dall’uomo nei confronti della ex compagna.

Un reportage che ha spinto i carabinieri a presentare l’ennesima denuncia contro l’uomo alla magistratura tempiese, che ha preso la decisione di emettere una ordinanza contro l’operaio, denunciato ben quindici volte dalla donna. La quale ha raccontato al conduttore delle “Iene” la sua lunghissima odissea, un caso seguito da due anni e mezzo dalle responsabili dell’ associazione “Prospettiva donna” di Olbia.

Al centro della vicenda la relazione tra l’operaio e la donna, la nascita di un figlio e la drammatica conclusione, con una separazione giudiziale intrapresa dall’uomo, il quale sostiene di essere stato tradito dalla romena. La decisione dei giudici di Tempio di affidare l’abitazione familiare, una villetta alla periferia di Olbia, alla donna è stata sempre contestata dall’ex convivente che, in questi due anni, ha fatto di tutto per costringere la ex compagna ad abbandonare il “tetto coniugale”. Tagliandole ripetutamente l’impianto elettrico, le condotte idriche e infastidendola sul posto di lavoro. La vittima di questa persecuzione, dopo quindici denunce andate a vuoto e gli scarsi risultati degli interventi di associazioni e servizi sociali, ha deciso di rivolgersi alla trasmissione televisiva “le Iene” che ha spedito nell’isola il conduttore Giulio Golia. La verità, in questo caso, sta sempre nel mezzo. Antonello M. filmato mentre sfonda la porta di casa e taglia i cavi elettrici, si è giustificato affermando che in quell’abitazione ha investito i risparmi di una vita. Per contro la donna romena ribadisce che vi sono anche i suoi risparmi, ma che sarebbe disposta a pagare la quota all’ex compagno. Un dramma familiare simile a quello di tantissime altre coppie che decidono di dividere i loro destini.

Su centinaia di separazioni consensuali che vengono trattate dal tribunale gallurese ce ne sono decine di altre che invece vedono i separandi con il coltello tra i denti, pronti a lottare per una tazzina di caffè pur di fare un dispetto all’ex coniuge o convivente. In questa fascia rientrano anche le violenze familiari, i maltrattamenti in famiglia e lo stalking, la persecuzione dell’ex dopo la separazione. Sono infatti decine i casi di maltrattamenti in famiglia (un reato che include ogni genere di violenza fisica e psicologica) che approdano davanti ai giudici penali. Nell’ottobre del 2005 una situazione simile a quella della coppia sardo-romena sconfinò in tragedia. Quello di Isabelle Vanbelle – una interprete originaria del Belgio che lavorava per Meridiana –, fu un omicidio annunciato. A uccidere la donna con una fucilata in pieno petto fu l’ex marito, Gesuino Saba. Una settimana prima del folle gesto l’uomo - un imprenditore edile di 52 anni originario di Bultei ma residente con la famiglia ad Azzanì – era comparso davanti a giudici per la causa di separazione. I giudici avevano affidato la casa coniugale alla donna, che ci viveva con il figlioletto. L’uomo non accolse di buon grado quella decisione e lasciò il tribunale proferendo oscure minacce. Attese che il bambino andasse a casa della nonna per mettere in atto l’uxoricidio poi si sparò un colpo all’addome. Venne condannato a 16 anni di reclusione.

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