La Nuova Sardegna

Olbia

Arru: «Nessun ospedale sarà chiuso»

di Serena Lullia
Arru: «Nessun ospedale sarà chiuso»

I Comuni chiedono che la Asl non venga accorpata e i servizi in Gallura non siano sacrificati con la nascita del San Raffaele

25 settembre 2014
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OLBIA. Usa le armi della diplomazia con i sindaci in assetto di guerra per difendere la Asl gallurese. L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, affronta le fasce tricolori preoccupate per le forbici cagliaritane sui servizi sanitari. Arru chiarisce che non esistono atti ufficiali che confermino le voci della chiusura di uno degli ospedali del territorio. È illustra il metodo che intende seguire nel mettere a punto la riforma del settore. Non tagli lineari per attuare la politica del risparmio imposta dalla legge. Ma ascolto delle esigenze dei territori.

Politica del dialogo. «La mia politica è quella dell’ascolto – esordisce l’assessore dopo aver ascoltato 19 sindaci della Gallura –. Sono orgoglioso di essere gallurese per metà, ma devo ascoltare le esigenze di tutta la Sardegna. Prima di tutto il mio compito è garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, così come prevede la Costituzione. Ma serve uno sforzo di tutti, che non significa venire meno all’esigenza della identità di questo territorio. Usciamo dalle logiche dei Comuni. Quando avrò delle risposte ritornerò a illustrarvele. Ma iniziamo a pensare in una ottica di «Laboratorio Sardegna».

L’equazione imperfetta. Arru non sembra convinto dell’equazione: tagli della Asl uguale risparmio. Di fronte ai sindaci che dicono no all’ipotesi di accorpamento della Azienda sanitaria locale con Nuoro o Sassari spiega la sua filosofia. «Sul numero delle Asl sono agnostico – afferma –. Ce ne sono 22 nel Veneto, una sola nelle Marche, ma lì la Regione ha deciso di ritornare alle Asl provinciali. Non esiste un modello comparativo per cui possiamo affermare che sia meglio la prima o la seconda soluzione. Ma non possiamo non tenero conto che abbiamo 260 milioni di euro bloccati perché non esiste una rete ospedaliera. La legge ci impone di risparmiare e siamo tenuti a rispettare le norme nazionali. Nessuna legge di riforma però, nemmeno per la fretta, si può fare senza ascoltare prima i territori».

Non solo San Raffaele. L’assessore Arru respinge le critiche di chi lo ha dipinto come ostile alla nascita del San Raffaele. «Ho solo chiesto di vedere le carte prima di fare delle scelte perché la deroga dei posti letto non fosse a discapito di altri territori. Come Regione abbiamo lavorato perché la nascita del San Raffaele fosse una opportunità. Non solo per la Gallura, ma per tutta la Sardegna. Sono stato io a far sedere al tavolo le università sarde. Il Qatar ha una storia di importanti rapporti con le più importanti università del mondo, un canale che va utilizzato». Arru ribadisce l’impegno per il pubblico. «Ci sarà la massima integrazione gestionale. Esiste una qualità dell'ospedale pubblico che non deve venire meno, ma va integrata con il privato».

La carica dei 19. Il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, invita all’unità. «Non ci sono alternative al mantenimento della Asl 2 – dice –. Non ci interessano fantasiosi accorpamenti con Sassari o Nuoro. E nel caso in cui si attuasse questa ipotesi scellerata creerebbe uno scontro senza eguali. Sconsiglio sommessamente funamboliche rivendicazioni di nuove Asl. La rivendicazione deve essere unica e unitaria per conservare la Asl 2». Sulla stessa linea decisa il presidente del distretto sanitario di Olbia Antonio Satta. «Bisogna garantire il diritto alla salute dei cittadini di un territorio che in questo momento è anche toccato da mille problemi. E si deve salvaguardare la sanità pubblica. È impensabile che possa essere sacrificato l’ospedale di Tempio o di La Maddalena perché è in arrivo il polo privato».

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