Don Primo Mazzolari, figura da riscoprire
TEMPIO. Tanti giovani, soprattutto studenti, hanno seguito il convegno su don Primo Mazzolari ospitato ieri nell’auditorium del seminario diocesano. Una presenza di cui il sindaco Andrea Biancareddu...
TEMPIO. Tanti giovani, soprattutto studenti, hanno seguito il convegno su don Primo Mazzolari ospitato ieri nell’auditorium del seminario diocesano. Una presenza di cui il sindaco Andrea Biancareddu ha sottolineato l’importanza e che ha conferito un’impronta particolare alla prima manifestazione organizzata a Tempio dal circolo culturale intitolato proprio al prete lombardo scomparso nel 1959, al centro di una progressiva e significativa riscoperta.
Proprio di questo hanno parlato i relatori invitati al convegno moderato da Tiziano Grassi, presidente di quello che è a tutt’oggi il primo circolo Mazzolari messo in piedi in Sardegna. La biografia militante di Mazzolari è stata illustrata da don Bruno Bignami, presidente della fondazione intitolata al sacerdote. Bignami ha passato in rassegna gli atti più significativi della vita di don Mazzolari a Cicognana e Bozzolo, soffermandosi sulla radicalità delle tesi contenute in molti suoi libri, perché il prete che aveva simpatie antifasciste, incoraggiò la Resistenza e si scontrò spesso anche con le gerarchie ecclesiastiche, è stato anche un raffinato scrittore. «È stato anche uno dei primi a leggere in Italia – ha dichiarato Bignami – i personalisti francesi, soffrendo molto per l’incomprensione della Chiesa».
Il protagonismo dei poveri, il travaglio della coscienza e la povertà della Chiesa sono alcuni dei tanti campi che assorbirono il suo impegno di cristiano. «Don Mazzolari ha vissuto il suo tempo, amando il tempo nel quale visse»: di queste parole, secondo Bignami, dovrebbero fare tesoro soprattutto i giovani. La modernità e il grande coraggio civico sono i tratti dell’attualità di don Primo. Lo crede Francesco Prina, architetto e deputato della Camera, che ha ricordato il grande richiamo che seppe esercitare il messaggio di don Mazzolari negli anni della sua formazione giovanile».
L’esemplarità di un modello quasi impossibile da emulare è ciò che Tomaso Panu ha invece riscontrato nella figura di don Mazzolari, la cui vicenda storica, personale e intellettuale può fungere da solido richiamo in un mondo densamente liquido in cui risultano presenti pochi punti di riferimento. Appassionato è stato l’intervento di chiusura del vescovo Sebastiano Sanguinetti che ha ricordato come la causa di beatificazione in corso dimostri la piena volontà della Chiesa a riconoscere i meriti e le ragioni del religioso lombardo. “Don Mazzolari aiuterebbe – ha dichiarato il vescovo – a non cadere nel terrorismo del pensiero omologante».
Una testimonianza straordinaria è stata poi quella di una parrocchiana gallurese che ha conosciuto personalmente don Mazzolari, venendo colpita dal suo grande carisma. (g.pu.)