La Nuova Sardegna

Olbia

Indagine dell’antimafia: sequestro bis a Cala Granu

di Giampiero Cocco
Indagine dell’antimafia: sequestro bis a Cala Granu

La residenza fa parte dei beni “bloccati” dalla procura distrettuale di Napoli Questa estate la proprietaria aveva violato i sigilli ed è stata denunciata

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INVIATO A PORTO CERVO. Le vacanze sono sacre e Carmela Vanacore, 55 anni da Positano, alle sue non ci ha rinunciato. Anche se Villa Tonya, adagiata sulle rocce di Cala Granu, a due passi dal mare, era finita sotto sequestro giudiziario per via di una indagine della Dda di Napoli che vede la donna, imprenditrice di successo, e suo marito Giovanni Ragosta, gestore di residenze alberghiere sulla Costa amalfitana, implicati in associazione esterna ad un clan camorristico che avrebbe “pilotato” diversi responsi tributari. I sigilli alla villa erano stati disposti, nel 2012, dopo una inchiesta avviata dal procuratore antimafia di Napoli che aveva ottenuto dal tribunale partenopeo il sequestro preventivo su un patrimonio immenso riconducibile, stando all’indagine a quella associazione camorristica. Quasi un miliardo di euro tra immobili, azioni, conti correnti, auto di lusso e residenze fiabesche, tra le quali venne inclusa Villa Tonya, a Cala Granu. I sigilli del procura napoletana, mai revocati, non hanno però impressionato più di tanto la imprenditrice di Positano che, questa estate, senza preoccuparsi delle conseguenze – ora la donna è indagata dal sostituto procuratore della Repubblica di Tempio per violazione di sigilli giudiziari, un reato che comporta sino a tre anni di condanna – ha “riaperto” la villa occupandola, con amici e parenti, per diverse settimana. Nei giorni scorsi il blitz degli uomini del commissariato di Porto Cervo-Arzachena, guidati dal vice questore Fabio Scanu, che hanno ri-sigillato i cinque ingressi della prestigiosa villa, compresi gli accessi al mare e ai garage. Sul posto, al momento dell’irruzione della polizia, non c’era nessuno. Carmela Vanacore, dopo alcuni giorni, si è però presentata in questura dopo che ha “notato” i nuovi sigilli che chiudevano la casa, dove tutto è rimasto come l’aveva lasciata, compresi i panni stesi ad asciugare all’interno dell’ampia terrazza. Sull’esito dell’indagine condotta dalla Dda di Napoli non è trapelata alcuna indiscrezione, tranne l’indicazione che uno dei beni sottoposti a sequestro cautelare era stato occupato, illecitamente, nel corso della appena trascorsa stagione estiva. Gli accertamenti disposti dalla procura gallurese avevano confermato l’informativa arrivata dalla polizia di Stato di Napoli, e il sostituto procuratore della Repubblica di Tempio aveva chiesto ed ottenuto dal gip del tribunale Vincenzo Cristiano un provvedimento di sequestro cautelare partendo dalla violazione dei sigilli contestata alla donna. La quale, in una intervista rilasciata diversi anni fa ad una rivista di Positano, raccontava la vita da vip che conduceva in Costa Smeralda dove, a suo dire, si attorniava di amicizie importanti e nomi altisonanti del jet set internazionale.

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