Anche a Luras l’acqua non è più potabile
Scatta l’ordinanza. E il sindaco riparla della diga Pagghjolu: «Grande risorsa non utilizzata»
LURAS. Anche Luras entra nell'elenco dei paesi dove l'acqua non è potabile. Lo ha stabilito un'ordinanza del sindaco Marisa Careddu, qualche giorno fa. Dopo Tempio, Bortigiadas e Telti, ecco che anche nel centro dell'Alta Gallura scatta il divieto di aprire rubinetti per uso alimentare.
«Se non piove non oso pensare cosa succederà - commenta la Careddu - i bacini sono ai minimi e stanno raschiando il fondo. Ecco perché i parametri non sono nella norma». Il primo cittadino di Luras, inoltre, informa che «stiamo lavorando, ora più che mai a sistemare le fontanelle pubbliche che saranno l'unico modo che consentirà un approvvigionamento gratuito. Vi è una volontà regionale di dare un finanziamento per il rifacimento delle tubature di adduzione dell'acquedotto Luras-Calangianus che è degli anni 40. Questi giorni siamo occupati a garantire la bontà delle acque almeno dalle fontanelle assieme a Calangianus».
Poi, il sindaco di Luras ritorna a parlare dell'acqua inutilizzata della diga del Pagghjolu sul Limbara: «Sono veramente sdegnata dal fatto che, neanche in una situazione di estrema emergenza idrica, la politica non trovi soluzioni veloci ed efficaci per erogare l'acqua della diga sul Limbara. E' un patrimonio immenso e inutilizzato. Ne abbiamo bisogno adesso più ma mai».
Per quella riserva idrica, per il momento, tante belle parole da politici di ogni rango e zona geografica della Sardegna. Il territorio, però aspetta una soluzione per poter utilizzare l'acqua. Per ora, dunque, anche a Luras l'acqua rimane vietata per usi potabili o per incorporarla negli alimenti (quando cioè è l'ingrediente principale, come per minestre o bevande). (s.d.)