La Nuova Sardegna

Olbia

A fuoco un capannone nella zona industriale

di Stefania Puorro
A fuoco un capannone nella zona industriale

Danni ingenti nello stabile della Marbo ancora in fase di realizzazione Le fiamme sono partite dall’impianto fotovoltaico a causa di un corto circuito

06 giugno 2016
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. L’allarme scatta attorno alle 3 del pomeriggio di ieri, in una zona industriale deserta. Una immensa nuvola di fumo nero si allarga all’improvviso, spinta dal debole vento. Si capisce subito che c’è un incendio e vengono allertati i vigili del fuoco. I quali, in pochi minuti, arrivano sul luogo del rogo.

Le fiamme sono partite dal tetto del nuovo capannone in costruzione della Marbo, proprio a pochi metri dall’azienda madre. L’immenso stabile è quasi vuoto, ma sul tetto è stato installato da tempo l’impianto fotovoltaico. Ed è proprio da lì, per un corto circuito, che è partito l’incendio: una parte del solaio non ha retto, ed è crollata. Non ci sono stati feriti.

Il lavoro dei vigili (che si sono mobilitati anche con le autogru) è stato duro e faticoso, ma grazie al loro intervento i danni - comunque ingenti - sono stati limitati.

Il capannone appartiene a Gianni e Bianca Iervolino e proprio loro, insieme a un gruppo di dipendenti, sono stati i primi ad arrivare. Scioccati e senza parole per quanto è successo, soprattutto perché è la seconda volta in tre anni che le loro aziende vengono colpite dal fuoco (niente dolo, in entrambe le occasioni).

Nel grande stabile in fase di realizzazione (i cui lavori sono comunque a buon punto) erano stati sistemati vecchi macchinari della lavanderia industriale Clea (sempre della famiglia Jervolino) ma che venivano comunque ancora oggi utilizzati. Non si sa, per il momento, se siano stati in parte avvolti dal fuoco e, se così fosse, se potranno essere recuperati. Un bilancio preciso dei danni lo si potrà fare nelle prossime ore. L’unica certezza, per ora, riguarda la natura non dolosa dell’incendio.

«Per fortuna - hanno detto sia i proprietari che alcuni loro dipendenti - le fiamme si sono fermate al capannone che non è ancora operativo e i vigili, con il loro lavoro, hanno fatto in modo che non si propagassero ulteriormente».

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e gli uomini della polizia locale: a loro il compito di garantire la sicurezza di tutta la zona e di dirottare le macchine nelle strade dell’area industriale lontane dal fuoco.

Un altro incendio di un impianto fotovoltaico, sempre causato da un corto circuito, si era sviluppato circa 10 giorni fa (il 26 maggio scorso) in una villa vicino al mare a Porto Rotondo. Il rogo, scoppiato alle 11 del mattino, era stato domato in un paio d’ore dai vigili del fuoco. In quel caso le fiamme non avevano causato nessun danno all’abitazione e non si erano verificati crolli.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative