Vendemmie, un duro lavoro e poi la festa
TEMPIO. La raccolta dell'uva, da quando la coltivazione delle vigne risponde ormai prevalentemente a criteri di tipo industriale interessando intere distese agricole e non più piccoli appezzamenti...
TEMPIO. La raccolta dell'uva, da quando la coltivazione delle vigne risponde ormai prevalentemente a criteri di tipo industriale interessando intere distese agricole e non più piccoli appezzamenti di terreno intorno ai centri abitati, ha cessato di risultare un allegro momento di familiarità e di festa collettiva che segnava la felice conclusione di un duro e paziente lavoro. Nell'attuale momento dell'anno pertanto la campagna intorno a Tempio e ai paesi vicini risuonava, nelle giornate di domenica, di canti, danze e feste. Era appunto la festa della vendemmia, una tradizione secolare. Ma c'è ancora qualche piccolo vigneto che questa tradizione conserva. Anzi, viene tenuto in vita prevalentemente per rispettare questa antica tradizione. E' il caso della vigna di Salvatore "Zancanu " Brandano, intorno all'abitato, raccolta intorno all'originaria casetta in granito per la pigiatura dell'uva e la conservazione degli attrezzi agricoli, divenuta oggi una sorta di piccolo museo etnografico e luogo di frequentissimi incontri amicali. Domenica scorsa pertanto ha rivisto rianimarsi l'antico rito della vendemmia contadina. Terminati taglio e pigiatura dell'uva, ecco l'arrivo di tantissimi invitati e e l'avvio della festa. Pranzo sulle tavolate allestite sotto i pergolati, carni arrosto dal vicino forno, vini bianchi e rossi dell'annata precedente e canti e suoni fino a tarda sera. (t.b.)