La Nuova Sardegna

Olbia

Buche, fango e tanti disagi: il quartiere Poi in rivolta

di Angelo Mavuli
Buche, fango e tanti disagi: il quartiere Poi in rivolta

I residenti delle vie Sotgiu e Balata protestano per le condizioni della strada Ettore Brai: siamo cittadini di un altro pianeta, non ci ha mai ascoltato nessuno

23 dicembre 2016
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TEMPIO. La recente sistemazione di via Madonna di Pompei, in pieno centro storico, pavimentata e illuminata dopo anni di attesa, ha riacceso le proteste di una decina di famiglie del rione Poi, a valle di via Giovanni Sotgiu e via Angelina Balata attorno a Piazza Berliguer, che dall’aprile del 2012 – data della loro prima protesta –, chiedono inutilmente un intervento risolutore nelle due vie, ancora in terra battuta e nella quale confluiscono tutte le acque e non solo, che precipitando a valle nello spiazzo formano pozzanghere enormi, impossibili da attraversare a piedi, oltre che accumuli di detriti e sporcizia di ogni genere.

Proteste cadute nel vuoto. Le segnalazioni più volte inoltrate all’amministrazione comunale e all’Ufficio tecnico sono rimaste totalmente inascoltate. «Cittadini di un altro pianeta – scrive in una lettera un residente, Ettore Brai, che si fa portavoce della protesta e del disagio collettivo della zona – Le famiglie che risiedono attorno a Piazza Berlinguer – attacca la lettera aperta –, sono esasperate. Disgustate dal menefreghismo e dalle promesse fatte in campagna elettorale, simili a quelle, della precedente giunta, entrambe rimaste inevase. Le famiglie sono stanche di rattoppare, alla bella meglio, con loro soldi ed interventi, buche e voragini create dall’usura, dalle intemperie e dalla mancata manutenzione stradale. Pratica evidentemente ancora ignota all’Ufficio tecnico comunale. Le piogge di questi ultimi giorni hanno aggravato ancor più la situazione ricreando condizioni di vero e proprio pericolo per l’incolumità di chi quotidianamente deve transitare nelle due vie».

Comitato di quartiere. La lettera di Ettore Brai si conclude annunciando la costituzione di un Comitato di quartiere «pronto a forme di protesta anche clamorose, compreso il ricorso alla magistratura in caso di danni a persone o a cose», scrive.

Anni di disagi e rabbia. La prima richiesta di intervento era stata inoltrata nell’aprile del 2012. L’amministrazione di allora aveva assicurato un intervento tempestivo e risolutore in una zona, era stato scritto, «effettivamente trascurata». A distanza di pochi mesi in pieno agosto in effetti, gli operai comunali arrivarono. Costretti ad intervenire, non per rattoppare le buche ma per disinfestare il sito dalle zecche. «Successivamente – lamentano gli abitanti del rione –, le richieste periodiche di intervento sono rimaste inascoltate sino a maggio del 2015, quando qualcuno della vecchia amministrazione si presentò assicurandoci l’immediata esecuzione dei lavori dopo la sua rielezione». Ma i lavori non sono mai cominciati e quell’amministrazione non è stata rieletta. Da allora nulla è cambiato tra la rabbia e l’amarezza dei residenti.

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