La Nuova Sardegna

Olbia

Museo in ostaggio di un ponte irregolare

di Dario Budroni
Museo in ostaggio di un ponte irregolare

Il presidio prigioniero di una struttura fuori norma. L’assessore: «Risolveremo presto per entrare nel circuito regionale»

11 gennaio 2017
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OLBIA. Il museo è ostaggio di un ponticello. La passerella in cemento armato che lo collega con la terra ferma non è a norma. Uno dei piloni è stato eroso dal mare e senza la sua sistemazione il museo archeologico è destinato a rimanere una semi incompiuta. Così il ponticello è diventato il simbolo imbarazzante di una struttura nata 15 anni fa sull'isola di Peddone e mai investita d’ufficialità vera.

Ma stavolta il Comune ha deciso di rimboccarsi le maniche e risolvere una volta per tutte il problema. L'iter è bene avviato: fatto il progetto, arrivata la gara d'appalto. I termini sono scaduti ieri e i lavori saranno presto aggiudicati. L'obiettivo è dare il via alle operazioni nel giro di un mese. «Quello del ponticello è un passaggio fondamentale – commenta Sabrina Serra, assessore alla Cultura –. Senza la sua messa a norma, non possiamo iscrivere il museo ai registri museali regionali e nazionali».

Museo fantasma. La storia del museo archeologico, inaugurato tre volte, è lunga e travagliata. Una struttura elegante e spaziosa, pensata soprattutto per ospitare le navi romane ritrovate in pieno centro nel 1999. Al momento, però, le navi esposte sono solo 2, mentre quelle a disposizione sono 24. Un patrimonio di rilievo mondiale. Tra le stanze trovano posto reperti di ogni epoca, rinvenuti i tanti anni nel ricco sottosuolo olbiese. Poca roba, tuttavia, rispetto al tesoro conservato nei magazzini della Soprintendenza. Inoltre il museo dell'isola Peddone è privo di gestione: non si paga biglietto, ci si può affidare solo alle audio-guide e la promozione è pressoché inesistente.

Operazione rilancio. Per studiare una forma di gestione, iscriversi ai circuiti museali e accedere ai finanziamenti, innanzitutto deve essere messo a norma il ponticello esterno. «È una operazione da circa 20mila euro – spiega l'assessore –. Consideriamo i beni archeologici una priorità e per noi il museo riveste un ruolo centrale. Quello del ponte di accesso è un passaggio fondamentale per poter programmare il futuro della struttura e per far sì che possa diventare un museo a tutti gli effetti».

Il Comune sta intervenendo anche su altri fronti. Ieri sono cominciati i lavori per ampliare il sistema di videosorveglianza: tutte le stanze e la zona esterna saranno controllate dalle telecamere. «Studieremo subito, insieme alla Soprintendenza, il modello di gestione migliore per farne una struttura funzionale e moderna, al servizio delle politiche dell'istruzione, della cultura e del turismo – aggiunge Sabrina Serra –. Anche i siti archeologici non sono gestiti, ci lavoreremo più avanti. Il museo sarà la struttura capofila e trainante».

Museo sotterraneo. La città ha anche un altro museo, quello di San Simplicio. Uno scrigno sotterraneo pensato 5 anni fa durante i lavori della nuova piazza della basilica, quando spuntarono fuori 450 tombe di età punica, romana e medievale, oltre che la rampa di accesso al tempio di Cerere. Il museo conserva parte dello scavo, è stato aperto solo due volte in occasione della festa del patrono. Il Comune punta a renderlo fruibile al più presto. Per questo l'assessore Serra nei giorni scorsi ha incontrato i funzionari della Soprintendenza, che ha ancora in mano il museo.

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