La Nuova Sardegna

Olbia

Barrack si arrende e paga 22,7 milioni

di Marco Bittau
Domenico Fiordalisi
Domenico Fiordalisi

Il finanziere Usa ha versato al Fisco l’intera cifra. Accusato di non aver pagato le tasse sulla vendita della Costa Smeralda

13 gennaio 2017
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PORTO CERVO. Questa volta neanche un navigato corsaro dell’alta finanza come Tom Barrack ha potuto defilarsi. Come previsto nell’atto di transazione, firmato dalla sua Colony Capital con la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, il finanziere americano ieri mattina ha versato in una unica soluzione la bellezza di 22,7 milioni di euro. È esattamente la somma richiesta alla galassia di società della holding, costituite in Lussemburgo, per sanare almeno dal punto di vista amministrativo l’addebito della presunta evasione fiscale commessa da Barrack nella vendita della Costa Smeralda al fondo sovrano del Qatar. Significa che, almeno dal punto di vista fiscale, la vicenda è chiusa. Per le inchieste penali, invece, si vedrà.

A versamento effettuato, la direzione dell’Agenzia delle entrate ieri mattina ha espressamente ringraziato per l’attività svolta il procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi e il comandante provinciale della guardia di finanza che materialmente aveva svolto l’indagine sbrogliando la complessa matassa di società coinvolte nella vendita “esentasse” agli arabi del paradiso del turismo di lusso in Sardegna.

A mettere Tom Barrack all’angolo con la transazione firmata alla vigilia di Natale era stato proprio il colpo a sorpresa del procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi che, indagando sulla presunta evasione fiscale nella vendita della Costa Smeralda, lo scorso ottobre aveva chiesto formalmente al tribunale gallurese di dichiarare il fallimento della Colony. Da quel momento una lunga trattativa che ha portato alla transazione, frutto di una perfetta sintonia tra la Procura di Tempio, la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate e gli ufficiali di polizia tributaria della guardia di finanza di Sassari guidati dal colonnello Marco Sebastiani. Senza la loro azione congiunta difficilmente il Fisco italiano sarebbe mai riuscito a incassare un solo euro dalla cessione del pacchetto azionario della Costa Smeralda dalla Colony di Tom Barrack al Qatar, avvenuta nel 2012.

Alla clamorosa istanza fallimentare il procuratore Fiordalisi era arrivato sulla base di una tesi accusatoria che all’epoca dei fatti, cioè nel 2012, configurava «lo stato di insolvenza della società Colony Sardegna nei confronti dell'erario per un totale di 170 milioni di euro, dolosamente realizzato nell'interesse prevalente del gruppo Colony di Tom Barrack e di Mcc-Capitalia (ora Unicredit) sotto la costante direzione del senatore Franco Carraro». Una vera e propria dichiarazione di guerra (giudiziaria) da parte della Procura con tanto di perquisizione degli uffici milanesi di alcuni tra i più noti avvocati amministrativi italiani. Proprio gli uomini che avevano pianificato la vendita della Costa Smeralda all'emiro del Qatar per 650 milioni di euro. Una battaglia giudiziaria che da allora non ha risparmiato nessuno, vecchi e nuovi proprietari. La presunta evasione fiscale era stata calcolata in 170 milioni di euro dovuti per le plusvalenze tra il costo iniziale e quello finale di vendita. Dati sempre contestati da venditori acquirenti.

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