La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, ponti tappo: via libera all'abbattimento

di Serena Lullia
La bretella davanti al Nespoli, uno dei ponti da abbattere
La bretella davanti al Nespoli, uno dei ponti da abbattere

Assegnate le competenze ai dirigenti comunali in attesa della pubblicazione del bando

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OLBIA. Il bando per abbattere i ponti tappo ancora non si vede all’orizzonte. Nel frattempo la giunta conferma con una delibera la volontà di portare avanti il primo step del Piano Mancini. E assegna la competenza su ogni intervento ai due dirigenti e ingegneri Tino Azzena e Antonello Zanda. Una scelta che fa presagire che la pubblicazione del bando, annunciata dal sindaco Settimo Nizzi per la fine del mese, potrebbe essere vicina.

I ponti tappo. I ponti e i sottopassi da demolire in base allo studio del Piano Mancini sono 19. Uno, il ponte di via Vittorio Veneto, è già stato abbattuto ed è in costruzione. Gli altri sono suddivisi in base al fiume che li attraversa.

Rio Siligheddu. Sul Siligheddu sono cinque le interferenze. Zanda si occuperà del ponte di via Tre Venezie, di quello di via Monte a Telti sul rio Sa Ua niedda e sta già seguendo il ponte di via Vittorio Veneto. Zanda avrà la competenza sulla demolizione della rampa di collegamento della 127 con via Imperia, sulla demolizione e ricostruzione di via Roma.

Rio San Nicola. Azzena ha la competenza sui ponti di via D’Annunzio sul San Nicola e sul canale Zozò. Quattro i ponti di cui dovrà occuparsi Zanda: la demolizione e la ricostruzione della passerella pedonale di via Galvani; la costruzione del ponte di via Figoni; la demolizione e la ricostruzione dei ponti in via Spensatello e via Petta.

Rio Gadduresu. A eccezione dei ponti di via Santa Chiara e via Sant’Elena, assegnati ad Azzena, sarà Zanda a occuparsi delle altre opere incongrue sul Gaddhuresu: sottopasso ferroviario di via Amba Alagi, ponti di via Vittorio Veneto, via Stromboli, via Edison, via Tienanmen e via San Leonardo.

Il bando. L’ abbattimento dei ponti è il primo step del Piano Mancini, l’unico che è stato salvato dal sindaco Settimo Nizzi dal piano del rischio idraulico varato sotto la giunta Giovannelli. Si tratta di tutti quei ponti e passerelle pedonali che impediscono il regolare deflusso delle acque.

Il lotto commissariato. Il primo lotto del Piano Mancini, che prevede la realizzazione delle vasche di laminazione, è invece sotto la gestione della Regione. L’assessorato ai Lavori pubblici se ne occupa con il supporto dei tecnici del Comune, due volte alla settimana. A dicembre è stato assegnata la progettazione delle vasche, grandi depressioni da realizzare in diversi punti della città per raccogliere le acque dei fiumi ingrossati da piogge di portata straordinaria.

Il bando bis. A metà febbraio scadono i termini entro i quali gli studi tecnici potranno partecipare al bando per realizzare un nuovo piano del rischio idraulico. Per realizzare l’alternativa al piano Mancini l’amministrazione ha stanziato 207mila euro. Il nuovo studio di fattibilità dovrà individuare una soluzione per ridurre il rischio idrogeologico diversa da quella trovata dal Piano Mancini. Lo studio dovrà essere presentato all’Autorità di bacino e se otterrà l’ok il Comune deciderà se estendere l’incarico anche al progetto di fattibilità tecnica ed economica, al progetto definitivo ed esecutivo, al coordinamento della sicurezza e alla direzione dei lavori. Prestazioni valutate in 5milioni 592mila euro.

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