La Nuova Sardegna

Olbia

Libreria chiusa, il dispiacere della città

di Giuseppe Pulina
Libreria chiusa, il dispiacere della città

Tanti i messaggi per il saluto di Max Dessena: «Ci ha fatto crescere», «Meglio lui di uno psicologo»

03 febbraio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





TEMPIO. La libreria Max 88 chiude, una nuova gestione rileverà l’esercizio ospitato in uno storico palazzo della città a due passi da piazza Gallura e tante sono le reazioni dei tempiesi alla notizia di quello che viene considerato il fatto del giorno. Commenti di commiato e gratitudine hanno invaso la bacheca Facebook del libraio Masimo Dessena che continuerà a fare il suo lavoro non più a Tempio, ma a Sassari, dove da qualche anno ha aperto una libreria.

Tempio perde però un pezzo importante del suo tessuto comunitario. La prova è data dalle tante reazioni delle persone e da quello che, cuore in mano, hanno detto o scritto per esternare quello che sentivano. Eccone una piccola rassegna. Le parole di un ex collega, Ciro Chirico, che ha ammirato l’intraprendenza di Dessena. «Ritengo che con Max sia cresciuta anche la cultura di Tempio. Gli autori che ha ospitato e la passione per il suo lavoro con cui ha coinvolto e avvicinato i clienti all'affascinante mondo della lettura».

C’è poi il commento dello studente universitario, Raimondo Pittorru, che da Max 88 faceva spesso una capatina. «La chiusura di una libreria – dice – suscita sempre scalpore, specie se costituisce un punto di riferimento insostituibile per i lettori più appassionati, e certifica la salute cagionevole dell'intero sistema editoriale italiano. La liquidazione dell'attività deriva dal clima di profonda povertà culturale che si respira oggigiorno e rischia di provocare pesanti conseguenze sul piano formativo nell'intera comunità».

Nella lunga lista dei commenti non può mancare quello del bibliofilo di razza, Elio Deiana, uno dei clienti più affezionati. «Trovare un luogo accogliente, gestito da Max e le colleghe, con garbo, cordialità e ironia è stato un piccolo miracolo. Lì ho scelto in pace i miei libri, ho riso, chiacchierato. Spesso, per scherzo, ho affermato che la mia frequenza quasi settimanale della libreria ha prodotto gli stessi effetti di una seduta dallo psicologo, con meno costi e più benefici».

C’è chi, come Andrea Angius, sottolinea il clima di grande affabilità al quale si erano abituati i clienti: «Entrare nel negozio ed essere accolti come in una famiglia come se si dovesse festeggiare qualcosa, è questo che mancherà».

Tra le decine di messaggi non può non esserci quello di uno degli amici più cari di Massimo Dessena, Daniele Carbini, per il quale la libreria è stata un luogo a dir poco speciale. «La mia pausa lavoro è sempre stata un salto da Max, un amico e un fratello. Spesso un minuto volante, altrettanto spesso una mezz'ora esilarante in un mondo di umanità meraviglioso dentro il mondo, crocevia d'incontro e conoscenze durature o estemporanee ma meravigliose. Il crogiolo della bella umanità, una ricchezza d'incontro e comunità che nasce e si alimenta di sé, un luogo che vale più di ogni libro e di ogni libreria sulla terra, un film smoke di vita autentica, impagabile, di cui non si potrà mai essere abbastanza grati».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative