La Nuova Sardegna

Olbia

Vendite di auto, in 5 indagati per falso a Olbia

Vendite di auto, in 5 indagati per falso a Olbia

Un olbiese accusato di essere a capo di una agenzia di affari fasulla che si occupava di pratiche automobilistiche

25 marzo 2017
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OLBIA. La procura della Repubblica di Tempio ha chiuso, nei giorni scorsi, le indagini su cinque persone accusate di aver portato a segno diverse truffe e falsi in atti pubblici nel settore automobilistico certificando atti inesistenti al Pra, passaggi di proprietà e trasferimenti mai effettuati al registro delle auto storiche e da collezione.

I cinque destinatari degli avvisi di concluse indagini sono gli olbiesi Giovanni Giuseppe Secchi di 50 anni, assistito dall’avvocato Rosalia Deiana, Simplicio Spano di 57 anni (difeso dall’avvocato Roberto Onida) e Gian Lucca Roggio, 49 anni di Monti, assistito dall’avvocato Carla Puddu. Tra gli indagati ci sono anche Salvatore Sanna, 60 anni di Siniscola, diofeso dall’avvocato Marzio Altana, e la romena Florina Teodora Ciobanu, 35 anni, da anni residente a Olbia, assistita dall’avvocato Giovanni Inzaina. Per tutti l’accusa è di aver falsificato documenti inerenti il possesso delle auto, in particolare il libretto di circolazione di una Opel Corsa acquistata da un albanese, indicando un inesitente numero di pratica del Pra e della Motorizzazione civile oltre alla firma del funzionario comunale di Olbia delegato per le compravendite di auto.

Pratiche che Giovanni Giuseppe Secchi, accusato anche di truffa aggravata, portava avanti frequentemente (sono infatti una decina i falsi, finalizzati alla truffe, che gli vengono contestati dal sostituto procuratore della Repubblica di Tempio Ginevra Grilletti) messi in atto dal 2014 al 2015. Ad avviare l’indagine furono i carabinieri della stazione di Loiri Porto San Paolo che avevano fermato, nel novembre del 204, l’autovettura guidata da una nomade. Durante i controlli vennero rilevate diverse anomalie e irregolarità nei documenti della vettura. La donna che era alla guida dell’auto, una slava residente a Olbia, raccontò ai militari il modo con il quale era entrata in possesso dell’auto e di essersi affidata, per le relative pratiche di trasferimento di proprietà, a Giovanni Secchi.

I militari inviarono i primi rapporti informativi alla Procura che aprì un fascicolo sulla inesistente “agenzia di affari” gestita da Giovanni Secchi il quale, stando agli accertamenti, avrebbe messo in atto diversi espedienti per incassare i costi dei passaggi di proprietà da una decina di automobilisti, ad alcuni dei quali avrebbe proposto anche il trasferimento delle loro autovetture nei registri delle auto storiche (esentate da bollo e altre imposte fiscali) utilizzando gli stampati di un club di collezionisti di auto di prestigio dell’isola, i quali erano ovviamente all’oscuro di quanto veniva fatto in loro nome.

Per “certificare” le iscrizioni venivano falsificate anche i timbri e le firme dei diversi commissari tecnici che avrebbero dovuto “autenticare” la rilevanza storica dell’auto. (g.p.c.)

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