Costretti a vivere senza acqua
Il caso di un condomìnio di via Como a cui Abbanoa ha slacciato l’utenza per morosità da un anno
OLBIA. I rubinetti sono a secco da quasi un anno. L’acqua è diventata un sogno per chi abita in un complesso residenziale di via Como, a pochi metri dalla scuola di Maria Rocca. Così da una decina di mesi ci si arrangia come si può. I più fortunati sono quelli che almeno hanno una cisterna, che riescono a riempire per ridurre quantomeno il disagio. I più sfortunati devono ricorrere al vecchio e inumano metodo dei bidoni e dell’acqua riscaldata sul fornello della cucina. È il frutto del solito braccio di ferro che vede cittadini da una parte e Abbanoa dall’altra. In poche parole, a fronte di una morosità, l’ente gestore del servizio idrico ha slacciato l’acqua e portato via il contatore. Ma i residenti del condominio sostengono di avere tutte le carte in regola per riavere il loro contatore e quindi l’acqua corrente in casa.
Addio acqua. Tutto è cominciato tra maggio e giugno del 2016. Nel complesso di via Como, in cui vivono circa dieci persone, tra cui alcuni bambini, c’era un contatore unico e quasi un anno fa è spuntato fuori un totale di 4mila e 200 euro di bollette non pagate. Quindi Abbanoa ha risposto con lo slaccio dell’acqua. «Subito ci siamo rivolti ad Abbanoa – spiega Agostino Mancini, che vive in quel condominio e se fa portavoce –. Ci hanno detto che se avessimo pagato il 40 per cento del debito, ci avrebbero ricollegato alla rete. Noi abbiamo saldato il 70 per cento, oltre a pagare il deposito cauzionale e un nuovo allaccio, però l’acqua non ce l’hanno comunque riattaccata».
Seconda bolletta. Nel frattempo gli inquilini sono stati avvisati della presenza di una seconda bolletta di oltre 5mila euro, sempre per il periodo precedente allo slaccio. «Sarebbe il risultato del consumo di soli sei mesi – continua Agostino Mancini –. E visto che la cifra è troppo alta, lo scorso dicembre, prima della scadenza della bolletta, abbiamo presentato un reclamo. Un modo per permettere ad Abbanoa di controllare se ci fosse una perdita o qualche altro tipo di errore. Ma Abbanoa non l’ha mai fatto». I rubinetti, in via Como, sono quindi rimasti a secco. «Ora Abbanoa ci dice che non può riattaccarci l’acqua per via della bolletta da 5mila euro – spiega ancora Agostino Mancini –. Invece lo slaccio è riferito a quella da 4mila e 200, di cui abbiamo comunque pagato il 70 per cento. Per quella da oltre 5mila, invece, abbiamo presentato un reclamo che potrebbe anche darci ragione».
Un anno con i bidoni. Da quasi un anno, dunque, si vive senza il bene primario per eccellenza. «Ma è possibile che nel 2017 si possa rimanere per tutto questo tempo senza acqua?», si domanda indignato Agostino Mancini. I disagi sono tanti e facilmente intuibili. «Per quanto mi riguarda, vivo con i bidoni sempre a portata di mano – dice Mancini –. Fare la doccia, cucinare e pulire la casa è diventato quasi un dramma».
I cittadini colpiti dallo slaccio di Abbanoa sono seguiti dall’avvocato Silvia Careddu e hanno anche informato Adiconsum, che da anni è sommersa di casi simili (e peggiori). La responsabile gallurese di Adiconsum, Antonella Meloni, si limita a commentare: «Ormai non sappiamo più cosa dire…».