La Nuova Sardegna

Olbia

Mare bollente, a rischio pesci e alghe

di Dario Budroni
Mare bollente, a rischio pesci e alghe

Nello stagno di Porto Taverna moria del novellame a causa dell’acqua a 27 gradi. A riva grosse quantità di mucillagine

10 agosto 2017
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L’alito rovente di Lucifero ha reso bollente anche il mare. La situazione non è drammatica, ma è chiaro che le temperature così alte, come quelle registrate negli ultimi giorni, non facciano proprio bene agli equilibri dell’ambiente marino. Ne sanno qualcosa quei piccoli pesci che nuotavano nello stagno di Porto Taverna, alle spalle di una delle spiagge più frequentate della zona, che sono stati ritrovati morti a causa delle temperature tropicali e del basso livello dell’acqua. La fauna dello stagno, comunque, non è scomparsa e la moria ha interessato solo una parte dei pesci. Inoltre le temperature delle acque del mare, con picchi di 27 gradi in superficie, stanno anche provocando fioriture eccezionali di alcuni tipi di alga. Per questo l’Area marina protetta di Tavolara sta monitorando la situazione in attesa che il caldo attenui la morsa.

Il caldo e i pesci. Sulle rive dello stagno di Porto Taverna sono comparsi tanti pesci di piccole dimensioni. Morti. «Mi sono recato sul posto e poi ho avvisato gli enti competenti – spiega Francesco Lai, sindaco di Loiri Porto San Paolo –. Subito è emerso che i pesci sono morti a causa del caldo e che non c’è stato nessun fenomeno di inquinamento». A confermarlo anche le analisi della Asl. Ieri mattina, invece, per analizzare meglio il problema si è tenuta una conferenza di servizi tra Comune, Asl, forestale, capitaneria e Amp di Tavolara. «La moria è stata limitata e ha riguardato solo una parte del novellame» aggiunge il sindaco. La causa principale è dunque il caldo. E poi anche il mancato rinnovo delle acque, visto che l’acqua dello stagno è evaporata, il livello si è abbassato e il collegamento con il mare si è in buona parte interrotto. Qualcuno ha ritenuto che fosse anche colpa di un piccolo muretto fatto di sacchi di juta posizionato tra lo stagno e il mare. «Quei sacchi non servono per separare lo stagno dal mare ma per filtrare l’acqua, sono stati posizionati con l’autorizzazione dell’Area marina – continua Francesco Lai –. Comunque li abbiamo tolti, solo per non dare l’impressione ai bagnanti che incidano sullo stagno. Un altro mito da sfatare è quello del vicino depuratore, che di certo non scarica nello stagno».

Mucillagine a riva . L’acqua calda intacca gli equilibri del mare. A dimostrarlo è la reazione di un tipo alghe. «Anche nel 2007 avevamo assistito a un fenomeno di questo tipo, ma ancora più grave» spiega Augusto Navone, direttore dell’Amp di Tavolara. Per esempio c’è la Chrysophaeum, una microalga, che in condizioni estreme come quelle di questi giorni produce vaste quantità di mucillagine, non proprio belle da vedere soprattutto a riva. «La situazione è critica ma sotto controllo – continua Navone –. Dobbiamo solo sperare che le temperature tornino nella norma. Non possiamo fare altro».

Gorgonie a rischio. Anche le gorgonie, una famiglia di coralli, rischiano grosso con le temperature così roventi. Soprattutto quelle che vivono in un fondale che va dai 25 metri in su. «Il calore innesca la proliferazione di un particolare virus che aggredisce le gorgonie, che poi muoiono – spiega Navone –. Siamo preoccupati. Come Area marina protetta stiamo monitorando la situazione, con la consapevolezza che tutto questo caldo non faccia per niente bene all’ambiente marino». Da oggi dovrebbe cominciare a soffiare il maestrale. E la speranza è che Lucifero sia spazzato via una volta per tutte.

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