La Nuova Sardegna

Olbia

Roberto, ultimo che nessuno vede

Roberto, ultimo che nessuno vede

L’uomo di Telti vive per strada a Olbia ma rifiuta l’aiuto di volontari e medici

14 gennaio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. I capelli lunghi e brizzolati incorniciano un viso scavato dall’alcol e dalla vita in strada. All’anagrafe Roberto Sasu ha solo 48 anni, ma a vederlo gliene daresti almeno venti in più. In città lo conoscono tutti anche se è originario di Telti. Difficile non averlo trovato fuori dai supermercati o addormentato per terra. Su una panchina del parco o all’ingresso della chiesa di San Simplicio. Una presenza fissa la sua, che rischia di generare indifferenza. Perché Roberto è uno degli ultimi della società, ma di quelli complicati da gestire. Perché ad aggravare la sua condizione di povertà c’è un passato di droga e un presente di alcolismo. Un caso difficile, di fronte al quale è più facile girare la faccia dall’altra parte, anestetizzare la coscienza con un “poverino” che trovare una vera soluzione.

Roberto dorme per strada. A volte su un cartone, a volte su un asciugamano lurido e gonfio di umidità. Al dormitorio di via Canova non può essere accettato. Non è in grado di rispettare le minime regole di convivenza stabilite per gli ospiti. A partire dalla pulizia personale. L’alcol detta i ritmi della sua giornata, appanna la ragione, altera i suoi sensi. Spesso alza la voce e urla contro chi cerca di aiutarlo. Vittima di sé stesso, schiavo della bottiglia che tanti anni fa ha eletto a unica e fedele compagna di vita. Una adolescenza difficile a Telti, la separazione dei genitori, poi le droghe e l’alcol. La famiglia ha fatto di tutto per aiutarlo a uscire dall’inferno, ma alla fine ne è uscita sconfitta. Roberto ogni tanto a pranzo va alla mensa vincenziana. Anche la polizia locale lo conosce bene. Molto spesso i vigili sono costretti a intervenire quando il demone dell’alcol si impadronisce di lui. Per i medici è un soggetto difficile, a volte violento, ma capace di intendere e di volere. Lui stesso rifiuta visite e aiuto. Eppure le sue condizioni di salute sono pessime.

«Ma non si può restare indifferenti di fronte a un uomo in queste condizioni – spiegano dal Gruppo vincenziano –. Sappiamo che i familiari hanno cercato di aiutarlo, ma senza risultati. Ma le istituzioni devono trovare un modo per aiutare questa persona. Noi siamo volontari e per quello che possiamo fare cerchiamo di aiutarlo. Ma non può bastare». Le associazioni di volontariato non possono sostituirsi alle istituzioni. La polizia locale lo ha più volte riportato a Telti dove ha una casa, ma poi è ritornato a Olbia. Per stare sulla strada. Fino a quel giorno in cui la sua assenza passerà inosservata. Come lo è oggi la sua vita. (se.lu.)
 

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative