La Nuova Sardegna

Olbia

Goveani a processo per peculato

Goveani a processo per peculato

L’ex notaio non avrebbe versato l’imposta di registro. Nei guai anche Pistilli

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OLBIA. L’ex notaio Roberto Goveani, 61 anni, di Pinerolo, sarà processato. Il gup del tribunale di Tempio Giuseppe Grotteria, ieri mattina, lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di peculato continuato. Secondo la Procura, l’ex notaio, difeso dall’avvocato Guido Da Tome, non avrebbe versato per le annualità 2012 e 2013 l’imposta del registro per decine di atti perfezionati nel suo studio. L’Agenzia delle Entrate, non avendo ricevuto i versamenti, ha inviato le cartelle esattoriali ai clienti del notaio. Sono numerosi gli ex clienti dello studio notarile che si sono costituiti parte civile: non solo privati cittadini ma anche diverse banche e società. Goveani è accusato di non aver versato al fisco svariate centinaia di migliaia di euro dovute per le registrazioni degli atti stipulati nel suo studio, e per questo motivo era stato anche destituito dall’incarico di pubblico funzionario. L’accusa gli contesta inoltre di essersi appropriato, nell’esercizio della sua attività di notaio della Cassa cambiali di Olbia, delle somme riscosse e delle cambiali e titoli protestati depositati da alcune banche, omettendo la restituzione agli istituti di credito. Nell’udienza preliminare di ieri è stato rinviato a giudizio con la stessa accusa di peculato, anche un altro notaio, con studio a Olbia, Vincenzo Pistilli, difeso dall’avvocato Carlo Arnulfo, del foro di Roma, accusato di non aver versato nei termini previsti le imposte all’Agenzia delle entrate. Una posizione del tutto marginale, la sua, confrontata con quella dell’ex notaio di Pinerolo. I difensori di Goveani e Pistilli hanno chiesto al giudice dell’udienza preliminare il non luogo a procedere per i loro assistiti. Ma il gup ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero. Il processo comincerà il 18 luglio.

L’ex professionista, in passato patron di società come la Nuorese e il Calangianus. nel 2013 venne prima sospeso dal consiglio notarile regionale e, poi, destituito dalle funzioni pubbliche. (t.s.)

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