La Nuova Sardegna

Olbia

Pd, il segretario Corda si dimette: «Siamo stati lontano dalla gente»

di Serena Lullia
Pd, il segretario Corda si dimette: «Siamo stati lontano dalla gente»

Alla prossima assemblea il responsabile dell’Unione dem rimetterà l’incarico nelle mani del direttivo Due le condizioni in caso di conferma: ringiovanimento del partito e stop alla politica fatta nei palazzi

11 marzo 2018
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OLBIA. Dimissioni. Per coerenza non per protesta. Il segretario dell’Unione cittadina del Pd, Gian Luca Corda, rimetterà l’incarico nelle mani del direttivo alla prossima assemblea. Se riavrà la fiducia proseguirà il lavoro avviato a novembre, ma a due condizioni. Rinnovamento del partito e stop alla politica fatta solo nei palazzi. In caso contrario farà un passo indietro. È una delle conseguenze della debacle dem alle elezioni del 4 marzo. Alla Camera in città il Pd ha perso quasi 10 punti percentuali rispetto al 2013. Vaporizzati 2500 voti. Paolo Bittu, l’ingegnere candidato all’uninominale non è riuscito mai a entrate in partita. Schiacciato dai due rulli compressori, Giuseppe Fasolino per Fi e Nardo Marino per il M5S.

L’analisi. Corda fa una lucida analisi del voto. Nessuna ricerca di colpevoli su cui sparare a zero per distogliere l’attenzione dai numeri. Che nella loro matematica freddezza dicono una cosa. I cittadini hanno bocciato il Pd. «Sicuramente sul voto di Olbia e della Gallura ha pesato l’esclusione di Gian Piero Scanu dal proporzionale – afferma Corda –. Sapevamo bene che partivamo con uno svantaggio enorme. Siamo riusciti almeno a salvare la faccia con il 13% in città e il 16% in provincia. Paolo Bittu e Silvia Russel si sono impegnati al massimo. Ma è innegabile che abbiamo perso clamorosamente. A Olbia come in Regione come a livello nazionale. E ora è arrivato il momento di guardarsi in faccia, prendersi ciascuno la propria fetta di responsabilità e cambiare il modo di far politica»

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Tra la gente. Un centrosinistra un po’ troppo imborghesito, da giacca e cravatta e riunioni infinite sui massimi sistemi dentro i palazzi. L’accusa dei cittadini al Pd è di essersi allontanata dalla gente. «Basta riunioni infinite, polemiche su ogni cosa, continui dibattiti e litigi sugli equilibri interni – afferma Corda –. La discussione deve tornare alla realtà».

La rotta. Corda prova poi a rinfrescare la memoria sull’essenza vera della politica. A servizio dei cittadini, non delle poltrone. «In che modo fare politica? Uscendo dalle stanze dei partiti, impegnandosi nella società civile, nell’associazionismo. Con disponibilità nella città, in provincia, nei quartieri, che non bisogna visitare solo in campagna elettorale. Troppo spesso incontriamo i cittadini esclusivamente a ridosso delle elezioni».

Dimissioni. «Alla prossima assemblea cittadina rimetterò nelle mani del direttivo il mio incarico. Chiederò se vogliono continuare a darmi fiducia o ritengono necessario un passo indietro – annuncia il segretario Corda –. Se lo faranno saranno due le condizioni: rinnovamento e ritorno alla politica dal basso. Credo sia doveroso mettere a disposizione del partito i propri incarichi e guardarsi in faccia. Io non dico che sia colpa di Cucca o di Renzi. La tendenza nazionale ha influito sul voto locale, ma ognuno si deve assumere le sue responsabilità».


 

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