La Nuova Sardegna

Olbia

A spasso nella storia: centinaia in fila davanti alla necropoli di San Simplicio

di Dario Budroni
A spasso nella storia: centinaia in fila davanti alla necropoli di San Simplicio

Olbia, grande successo per l’apertura del museo gestito dall’Aspo. Sotto San Simplicio in mostra tombe e strutture templari

30 marzo 2018
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OLBIA. La gente si mette in fila e attende curiosa e paziente. E dopo aver visto da vicino tombe romane e pozzi greci, si allontana con l’aria soddisfatta di chi ha appena scoperto le tappe principali di una storia di grande fascino. L’apertura della necropoli di San Simplicio è andata particolarmente bene. Quasi impossibile trovare un parcheggio nella zona della basilica. Il museo sotterraneo ha richiamato centinaia di olbiesi e anche diversi turisti. Tutti curiosi di ficcare il naso nella storia, tra corredi funebri, teschi di duemila anni e bamboline di argilla. Ieri sera la necropoli di San Simplicio ha così cominciato una nuova vita. Finalmente aperta e accessibile a tutti. La struttura è gestita dall’Aspo. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di affidare il museo alla società municipalizzata per garantirne l’apertura. Nessun taglio del nastro, visto che la necropoli era stata già inaugurata. Comune e Aspo hanno direttamente aperto le porte del museo, mentre nell’area esterna una mostra di artisti locali e il live del Summer Chiara trio.

Il museo. La necropoli, in passato, era stata aperta solo in occasione delle feste di San Simplicio. Da adesso fino al 31 dicembre, invece, resterà aperta ogni giorno. Dopo il periodo di gestione dell’Aspo, il Comune affiderà il museo a un team di professionisti. Per visitare la necropoli si paga 5 euro. A disposizione c’è una audioguida multimediale: basta puntare il proprio smartphone su un codice Qr per ascoltare la spiegazione, anche attraverso un paio di cuffie fornito all’ingresso. Ieri, giorno di apertura, è stato possibile visitare il sito gratuitamente, con la spiegazione dell’archeologa Letizia Fraschini. Presenti il sindaco Settimo Nizzi e il presidente dell’Aspo Massimo Putzu. «Siamo orgogliosi di aver mantenuto l’impegno preso a inizio mandato – commenta Sabrina Serra, assessore alla Cultura –. Vogliamo che le nostre risorse culturali diventino un sistema attraente e un potente veicolo di promozione. La necropoli è il fiore all’occhiello dei nostri beni archeologici. La passata amministrazione ha curato lo scavo e noi abbiamo lavorato per poterla finalmente aprire al pubblico».

Storia di Olbia. Il museo sotterraneo di San Simplicio racconta la stratificazione di diverse fasi: fenicia, greca, cartaginese, romana e medievale. Tutte tracce trovate nell’area dell’attuale basilica. Qui, infatti, in ogni epoca è sempre esistito un luogo di culto. In età romana nella zona nacque una immensa necropoli, con le tombe ricavate direttamente attorno al tempio di Cerere, che si trovava esattamente al posto della chiesa simbolo degli olbiesi. Nel museo si possono quindi ammirare due pozzi greci, le tombe romane e la rampa che portava al tempio di Cerere, più alcuni corredi funebri, manufatti di argilla e una fornace medievale, realizzata durante la costruzione della basilica.

Lo scavo. Il sito venne alla luce nell’ottobre del 2011 durante i lavori per la realizzazione di piazza San Simplicio, con il ritrovamento di 450 tombe. La giunta Giovannelli, con gli assessori Davide Bacciu e Vincenzo Cachia, riuscì a ottenere un finanziamento di oltre 1 milione di euro per realizzare il museo e salvare quindi la porzione più importante della grande necropoli.

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