La Nuova Sardegna

Olbia

I camminantes lungo la “Via dei santuari”

Partiti da Cabras cento pellegrini hanno fatto tappa a Santa Teresa dopo aver percorso 500 chilometri

07 maggio 2018
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SANTA TERESA . Partito lo scorso anno da San Salvatore di Cabras sino a San Paolo di Monti, ha fatto tappa nell'ultimo novenario sardo, quello della Beata Vergine del Cammino di Santa Teresa, il gruppo di pellegrini e viandanti che ha percorso la “Via dei santuari”. Iniziativa promossa dalla onlus Camminantes. Si è poi imbarcato per la Corsica dove ha raggiunto l'Ermitage de la Trinitè, eremo distante otto chilometri da Bonifacio. L'associazione è stata costituita 5 anni fa da un gruppo di amici che hanno percorso il Cammino di Santiago allo scopo di valorizzare i cammini della tradizione religiosa e civile della Sardegna.

I numeri della “Via dei santuari”. Sinora sono stati percorsi oltre 500 chilometri per raggiungere 21 novenari, fra i principali dell'isola. In tutto ci sono voluti 21 giorni di cammino. 100 i pellegrini coinvolti, 15 i comuni partner. L'ospitalità è stata assicurata dai novenari, cioè piccoli villaggi temporanei, distanti dai paesi, formati da casette, in genere di una sola stanza, con al centro un santuario, meta da sempre di pellegrini. I nuovi pellegrini non sono legati al calendario della tradizione e non possiedono una devozione radicata in tal senso.

La fede. Mossi dalla fede del cammino, sono riusciti comunque a ritrovare in questi luoghi la stessa magia delle feste antiche, in cui ancora oggi si fondono e si consolidano tradizioni pagane e cristiane. Il percorso di quest'anno ha visto i camminantes partire da San Paolo di Monti, raggiungere la basilica di Nostra Signora di Luogosanto, il santuario di Buoncammino e poi la Corsica. «Perché una vera via per sua natura deve connettere due mondi», spiegano. È per questo che hanno proseguito sino all'eremo della Trinité. «Per noi è risultato evidente che le tradizioni popolari sono il vero fil rouge tra le due isole sorelle – dicono -. Partendo da lì ci siamo messi al lavoro per iniziare a costruire con i nostri fratelli corsi una via che unisca le due isole. Lungo la “Via dei santuari” abbiamo scoperto che nelle feste lunghe celebrate nei novenari tutti i rituali sono sacri e che balli e canti tradizionali fanno parte di una grande liturgia corale. È questa la vera forza della religiosità popolare, è questo che deve valorizzare un cammino tra le due isole». (w.b.)

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