La Nuova Sardegna

Olbia

Punti nascita e parti in sicurezza: si riparla del caso La Maddalena

Punti nascita e parti in sicurezza: si riparla del caso La Maddalena

Sono stati alcuni degli argomenti affrontati da ginecologi e ostetrici al congresso regionale dell’Aogoi. Attenzione puntata sul calo drastico delle nascite nell’isola: «Più sostegno e attenzione alle famiglie»

01 ottobre 2018
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OLBIA. Nascite a picco in Sardegna. E ultima posizione tra le regioni d’Italia per il primato negativo. In 6 anni il calo è stato drastico: se nel 2011 (dati Istat) la cicogna è passata 13.032 volte, nel 2017 i nati sono stati 10.142. La preoccupante e già nota situazione è stata analizzata anche durante il congresso regionale dell’Aogoi (Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri d’Italia), che si è tenuto a Olbia venerdì scorso.

Politiche familiari. «Servono più attenzione e sostegno delle politiche pubbliche per contrastare questo forte calo delle nascite», è stato l’appello degli specialisti. E qui sono compresi anche i contributi per i nuovi nati e gli aiuti per pagare i servizi per l’infanzia. «Per arrivare a dare solide certezze a chi decide di avere un figlio».

Sicurezza in sala parto. Poi sono stati affrontati i temi forti del congresso: i punti nascite e la sicurezza in sala parto. Anche per Antonio Rubattu, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Giovanni Paolo II, segretario regionale Fesmed (sindacato dei ginecologi e chirurghi) e presidente del congresso Aogoi, «la sicurezza della donna è ciò che conta di più. E’ per questo che il parto deve avvenire dove ci sono tutti i requisiti necessari, per evitare rischi per la mamma e per il suo bambino».

Il caso La Maddalena. Un passaggio, questo, che ha portato a riparlare del “caso La Maddalena”, dopo che i leader delle associazioni dei ginecologi e ostetrici italiani, a giugno, avevano detto no all’apertura del punto nascite al Paolo Merlo. «Alla Maddalena si possono seguire con attenzione le donne durante la gravidanza - è stato ribadito - e infatti funziona un presidio di sorveglianza ostetrica. Ma quando si avvicina il momento del parto, il ginecologo deve far trasferire la paziente per garantirle tutta la sicurezza necessaria. Si valuta, quindi, se la paziente può muoversi in macchina, in ambulanza e con l’elicottero. Solo 8 minuti di volo, nel caso si dovesse appunto ricorrere all’elisoccorso, che rappresentano un tempo ridottissimo e che consentono alla donna di non correre rischi».

Punti nascita e deroghe. Sui punti nascita e sul loro futuro (la Sardegna ne ha 11), ha parlato Gian Benedetto Melis, direttore della Clinica di Ostetricia e Ginecologia di Monserrato, che ha invitato gli amministratori interessati a presentare la richiesta di deroga al Cpnr (Comitato percorso nascita regionale) «Se vogliono salvare i propri punti nascita - ha detto Melis - devono mobilitarsi Alghero, Tempio, Lanusei, San Gavino e Iglesias».

Accordo Stato-Regioni. Risale al 2010 l’accordo Stato-Regioni che stabiliva la chiusura di tutti i punti nascita sotto i mille parti. L’eccezione riguardava aree geografiche particolari, come la Sardegna: qui si possono chiedere deroghe anche per punti nascite con meno di 500 parti. E’ il Cpnr a dare l’imput al comitato nazionale che analizza la “pratica” e poi decide se concedere la deroga.

Centro di simulazione. Prima del congresso Aogoi, si è tenuto anche un corso di laparoscopia (in collaborazione con la Segi) nel centro di simulazione del Giovanni Paolo II; sabato invece si è svolto il nono corso gallurese sulle emergenze ostetrico-ginecologiche. (s.p.)

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