La Nuova Sardegna

Olbia

Inquinamento, i mitilicoltori: dateci spiegazioni

Inquinamento, i mitilicoltori: dateci spiegazioni

Lo stop alla raccolta delle cozze per via di un batterio in mare. Il Consorzio: «Penalizzate le coop»

19 ottobre 2018
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OLBIA. Forse i parametri torneranno nella norma, ma intanto la raccolta è bloccata e ancora non si conosce l’origine dell’inquinamento. Il Consorzio dei molluschicoltori, che raggruppa le cooperative dei mitilicoltori, adesso pretende spiegazioni. Martedì il sindaco Settimo Nizzi, ricevute le relazioni del Dipartimento di prevenzione servizio igiene della Ats–Assl, ha infatti ordinato lo stop alla raccolta e alla vendita delle cozze allevate nell’ansa sud del golfo, in particolare nello specchio di mare compreso tra l'Isola del Cavallo, le foci del Padrongianus e lo Scoglio di Mezzocammino. E questo perché il Dipartimento di igiene ha riscontrato nei molluschi la presenza del batterio escherichia coli. Il Consorzio, presieduto da Mauro Monaco, ha già spiegato che le cozze, acquistate in Spagna, erano state messe in acqua assolutamente sane. Di conseguenza l’inquinamento sarebbe avvenuto in mare, probabilmente per via di uno scarico abusivo o per il guasto di qualche impianto lungo il fiume Padrongianus. Dunque ora il Consorzio vuole vederci chiaro e così ha inviato una richiesta alla Provincia e all’Arpas. «Alla luce dei recenti eventi che hanno determinato la sospensione temporanea delle attività di mitilicoltura, chiediamo se nel periodo compreso tra il 29 settembre e il 16 ottobre si sono verificati eventi anomali di origine antropica tali da determinare un elevato inquinamento microbiologico del golfo di Olbia, con particolare riferimento al rio Padrongianus – ha scritto il Consorzio –. Qualora ciò fosse avvenuto, si ricorda che l’eventuale inquinamento di un corpo idrico è potenzialmente riconducibile a un reato ambientale oltre ad essere pregiudizievole della salute dei cittadini. Chi ne fosse a conoscenza ha il dovere di comunicarlo all’autorità giudiziaria. Si ricorda che il Consorzio e le cooperative sono il soggetto che più di tutti è stato penalizzato attraverso la sospensione temporanea delle attività, sia in termini di mancata vendita che di immagine». (d.b.)

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