La Nuova Sardegna

Olbia

Parco, il direttore a tempo “in prestito” da Tavolara

di Serena Lullia
Parco, il direttore a tempo “in prestito” da Tavolara

La Maddalena, Augusto Navone è il tecnico su cui il consiglio direttivo punta Dopo le dimissioni di Brundu l’ente, in stato di agitazione, è anche senza bilancio

03 dicembre 2018
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LA MADDALENA. Dovrà provare a rimettere il Parco sulla giusta rotta. Per evitare l’affondamento dell’ente che da alcune settimane imbarca acqua. Almeno fino a quando non arriverà la nomina definitiva da Roma. Augusto Navone, alla guida dell’Area marina protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo, è il nome che da giorni circola nelle segrete stanze di via Giulio Cesare come direttore a scavalco. Dopo le dimissioni di Paola Brundu, scelta dal Consiglio direttivo a settembre per guidare l’ente con il titolo di facente funzioni” fino al 17 dicembre, l’ente è senza la sua figura dirigenziale più importante. La nomina di Navone potrebbe arrivare già nelle prossime ore. E sarebbe la prima bella notizia per il neo presidente Fabrizio Fonnesu.

Consiglio dimezzato. L’ingegnere civile in pochi giorni ha visto crollare metà del suo Consiglio direttivo, organismo molto simile alla giunta comunale. Per legge aiuta il presidente a prendere decisioni e fare programmazione. In una manciata di ore si sono smaterializzati Donatella Bianchi, presidente del Wwf scelta dalle associazioni ambientaliste; Taira di Nora indicata dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale; Alessandra Stefani, nominata dal ministero delle Politiche agricole. Ufficialmente dimissioni per motivi personali. Ma gli umori raccolti dagli attenti muri del Parco raccontano di una certa insoddisfazione dei tre componenti per il poco lavoro svolto dall’ente in questi mesi. Di fatti il Consiglio è dimezzato. Rimangono in carica i componenti di nomina regional-provinciale: Luca Ronchi, Michele Esposito, Angelo Comiti e Giuseppe Loi.

Direttore a tempo. Una, massimo due volte alla settimana. È questo il tempo che il direttore a scavalco potrà dedicare al Parco. Davanti a sé due impegni delicati. Il primo è la vertenza legata ai premi di produzione dei dipendenti per il triennio 2015-2017. Situazione che ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione. Il secondo è l’approvazione del bilancio preventivo 2019. Il documento di programmazione economica doveva essere approvato entro il 30 novembre. L’obiettivo era cominciare a spendere le risorse disponibili già da gennaio. Ma il direttore a scavalco non potrà certo fare miracoli. I tempi saranno lunghi.

La nomina romana. Roma tiene sotto controllo le vicende del Parco. Non sono passati inosservati i problemi emersi nelle ultime settimane. E la valanga di dimissioni. I detrattori raccontano che al ministero stia prendendo forma l’ipotesi commissariamento. Voci del tutto infondate secondo gli inquilini di via Giulio Cesare.

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