La Nuova Sardegna

Olbia

Museo del sughero chiuso, il sindaco di Calangianus: «Danno enorme»

di Pietro Zannoni
Museo del sughero chiuso, il sindaco di Calangianus: «Danno enorme»

Albieri parla all’assemblea pubblica e accusa ancora l'ex primo cittadino

06 ottobre 2019
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CALANGIANUS. «E’ un’assemblea che ha un solo scopo: assicurare la trasparenza su una vicenda che danneggia il nostro paese. Mi assumo la responsabilità nel raccontare la vicenda sulla chiusura del museo del sughero suffragato dai documenti. A chi dice che se ne deve parlare in consiglio comunale, chiedo: perché non ha inviato una legale richiesta di convocazione? Stasera, inizio sollecitando un applauso per l’associazione “Contiamoci” che tanto ha dato al paese. Mi piangeva il cuore comunicare loro che il museo si doveva chiudere mentre arrivavano quattro pullman di turisti francesi».

Questo l’esordio del sindaco Albieri all’assemblea pubblica indetta dall’amministrazione per discutere del museo. E’partito dai primi passi del museo (sindaco Antonio Scano luglio 2011) e poi dalla convenzione stipulata da Loddo nel 2012 con “Contiamoci” (scadenza 2 maggio 2017). «Si firmò allora - precisa Albieri - ma si sapevano le criticità: l’evoluzione della normativa sull’affidamento di strutture pubbliche. Allo scadere non si poteva fare il bando di una nuova gara perché i locali non erano a norma. Si chiude? Tutti d’accordo invece per proseguire con la proroga a “Contiamoci” sino a ottobre 2017». Ma chi firmò la proroga nel maggio 2017? Era sindaco Loddo, ma in giunta, quel giorno, c’erano Albieri, Bellu, Corda. Loddo era assente, ma aveva detto:: “Fate voi, sono impegnato”. Se non era d’accordo da sindaco, poteva annullare la seduta dal giorno dopo».Albieri ha ricordato che il museo poteva sfruttare parte dei due miliardi del programma di sviluppo territoriale “La città di paesi della Gallura” . A Loddo invece «interessava l’acquario sul Liscia e ricordiamo al riguardo le battute degli altri sindaci». Un mese dopo l’elezione di Albieri, un primo esposto addirittura all’Anpac.

«Noi- ha riconosciuto il sindaco - ci assumiamo le nostre responsabilità ma denunciare coloro che poco prima erano tuoi assessori e tacciarli di disonesti, mentre in precedenza erano bravi e solerti nel trovarti i finanziamenti, è inconcepibile. Ora proclama che il museo doveva essere chiuso? Ma perché non lo hai chiuso lui invece di farci approvare la convenzione? Vigliaccamente ci ha denunciato dopo le elezioni». Da ricordare che da ottobre 2017 non si versa un euro a Contiamoci. «Ma potevamo fermare -si è chiesto il sindaco - un movimento turistico che arreca benefici al paese? Lavoriamo per ridare locali idonei a un museo che è di Contiamoci. A gennaio la Regione ci ha assegnato un finanziamento di 150mila euro per la messa in sicurezza dei locali e il progetto è alla Sovrintendenza. Attendiamo una proposta costruttiva dell’opposizione». Alla fine due brevi interventi dal pubblico, di Alessandra Giagheddu e Giovanni Uda. La presidente ha detto che il museo è trasferito sino a dicembre in via Tempio nei locali dati gratis dalla famiglia Mannoni; Uda ha ribadito che i reperti sono di Contiamoci.
 

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