La Nuova Sardegna

Olbia

La Procura sequestra la villa del sindaco

di Tiziana Simula
La Procura sequestra la villa del sindaco

Sigilli alla casa di Terrata: Nizzi indagato per abusi edilizi e falso. Lui si difende: «È tutto in regola, sto vivendo un incubo»

23 ottobre 2019
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GOLFO ARANCI. La Procura di Tempio affila le armi contro gli abusi edilizi. E questa volta i sigilli scattano nella villa non di un cittadino qualsiasi. Ma del primo cittadino di Olbia, Settimo Nizzi. Sabato scorso, gli uomini del Corpo forestale di Tempio hanno messo sotto sequestro la bella abitazione del sindaco, a Terrata, nel comune di Golfo Aranci. Sequestro richiesto dalla Procura e disposto dal gip del tribunale di Tempio Caterina Interlandi.

Nizzi è indagato per abuso edilizio e falso: diverse le contestazioni mosse al primo cittadino di Olbia. Tutte rigettate dal sindaco che attraverso i suoi difensori, gli avvocati Leonardo Salvemini e Sergio Deiana, ha già presentato ricorso al Riesame. «Sto vivendo un incubo, non c’è niente nella mia casa che sia stato costruito senza autorizzazione», dice Nizzi.

Ma le accuse della Procura sono piuttosto pesanti. Secondo gli accertamenti eseguiti dalla Forestale, il sindaco avrebbe realizzato l’immobile con autorizzazione a costruire scaduta. In poche parole, in assenza di concessione edilizia. Non solo. La Procura gli contesta anche il cambio di destinazione d’uso del piano seminterrato che da cantina sarebbe stato trasformato in un locale abitabile con tanto di cucina e altro. L’altra accusa mossa a Nizzi è quella di aver costruito la villa in una lottizzazione in cui vigeva il vincolo idrogeologico. Ciò stando agli accertamenti eseguiti dalla Forestale, mentre per il primo cittadino è tutto in regola. «Nel 2007 lo stesso direttore generale della Forestale aveva dato l’autorizzazione alla lottizzazione con protocollo 58 numero 631 del 7-8-2007 – rimarca Nizzi – Questi controlli sono stati fatti con superficialità, non hanno esaminato i loro stessi documenti».

Al momento il sindaco di Olbia risulta l’unico ufficialmente indagato dalla Procura di Tempio. Ma nei guai, con le accuse di falso e abuso d’ufficio è finito anche un funzionario del comune di Golfo Aranci che non avrebbe attestato le irregolarità riscontrate nella villa.

«Sto vivendo un incubo – attacca esasperato Nizzi – Sono accuse devastanti per uno come me che cerca di muoversi nel pieno rispetto della legalità. Non ho commesso nessun abuso edilizio, tutto è stato realizzato in base alle licenze rilasciate dal Comune di Golfo Aranci. La concessione edilizia non è scaduta: i lavori sono cominciati nell’ottobre 2016 e non nell’ottobre 2017 come sostiene la Procura, quindi, in regola con la data. Mi contestano la trasformazione della cantina solo perché ci ho messo una cucina. E mi contestano perfino il colore della piscina: l’avrei cambiato dal colore chiaro all’azzurro. Ma io non ho cambiato nulla: col riflesso del cielo diventa azzurra. Nulla è stato fatto senza autorizzazione».

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