La Nuova Sardegna

Olbia

Canali sorvegliati speciali nel primo giorno di piogge

Canali sorvegliati speciali nel primo giorno di piogge

Non si è trattato di un nubifragio, solo di normali precipitazioni tipiche del periodo Ma la viabilità è andata in tilt in più punti: strade allagate e cittadini preoccupati

26 ottobre 2019
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OLBIA. Solo pioggia. Semplice, normale, banalissima pioggia autunnale. Non un nubifragio, né tantomeno un’alluvione. Eppure poche gocce sono bastate per far gonfiare i fiumi in alcuni punti sensibili della città e far finire con i piedi a mollo tanti cittadini. A metà mattina, quando ancora l’ondata di maltempo era solo all’inizio, in via Amba Alagi il livello del fiume era quasi arrivato alla strada. Mancava una manciata di centimetri. Nel frattempo altre strade erano già finite sott’acqua. Da via Goldoni ad alcune traverse di viale Aldo Moro passando per via degli Oleandri per proseguire con i dintorni di via Barcellona. Un copione che si ripete con puntualità ogni inverno. Di certo a sei anni di distanza dalla tragica alluvione del 2013 in molti a Olbia speravano che qualcosa potesse e dovesse cambiare. Ma gli impegni della classe politica sono rimasti sulla carta, così come anche la messa in sicurezza della città. Nei giorni scorsi alcuni cittadini hanno denunciato le condizioni di abbandono di alcuni tratti dei fiumi. Non due corsi d’acqua qualsiasi, ma il rio Seligheddu e il rio san Nicola, protagonisti delle violente piene durante le due alluvioni, del 2013 e del 2015. Nel primo caso la denuncia riguardava gli sfalci dell’erba lasciata a marcire nel canale. Siamo in zona Pasana. La paura dei residenti era che le piante appena tagliate, potessero ostruire il corso d’acqua in caso di piena creando un tappo. Nel secondo caso l’apprensione dei cittadini nasce dalla crescita di arbusti sul letto del rio San Nicola. Tanto rigogliosi da creare un muro.

Il Comune ha avviato la pulizia dei canali, ma è evidente che per la serenità delle persone che hanno conosciuto la disperazione del 18 novembre 2013 non può bastare una ruspetta che leva canne e rifiuti dai fiumi. Dopo sei anni è però diventato quasi stucchevole parlare di Piano anti-alluvione. Perché inevitabilmente bisogna ricordare le polemiche politiche che negli anni hanno accompagnato questo argomento. Con tifosi e detrattori del Piano Mancini, in perenne contrapposizione. Lo studio di fattibilità Technital, il cosiddetto progetto alternativo, finanziato dal Comune e voluto dal sindaco Settimo Nizzi, rimane sul tavolo regionale come osservazione al Piano Mancini. Entrambi finiti nella palude della burocrazia e della politica. (se.lu.)

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